Le ali nel mondo greco-romano
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Le ali nel mondo greco-romano

Amore e Psiche
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La statua di Pallade Atena davanti al Palazzo del Parlamento, Vienna, Austria
La statua di Pallade Atena davanti al Palazzo del Parlamento, Vienna, Austria

 

Se le ali nella cultura giudaico-cristiana e di derivazione persiana inducono a stati di elevazione spirituale, altro è il messaggio che suggerisce il mondo greco-romano. La catarsi concepita attraverso le ali e che educa al principio di una vita orientata alla santità viene meno nel razionalismo classico secondo cui gli dei provvisti di ali sono da considerarsi sul podio dell'Olimpo per fattori e di derivazione genealogica e per caratteristiche proprie.

Partiamo dal presupposto che per i nostri progenitori gli dei incarnavano vizi e virtù dell'uomo e che a renderli immortali non era il grado di perfezione spirituale, bensì l'origine metastorica che conferiva loro i poteri. Sul concetto di potenza e potere nel mondo antico mi sono già soffermata nei precedenti articoli. Nel mondo classico il potere degli dei si mescola al concetto di potenza esentandoli da ogni principio etico spirituale.

Se le ali nella nostra Cultura occidentale sono attributo delle entità angeliche e secondo il paganesimo nordico, di quelle fatate relative alla dimensione eterico sottile, per il mondo greco-romano riferiscono la capacità degli dei che le possiedono di infrangere gli schemi spazio temporali, rendendo flessibile la rigidità del pensiero. Le tre divinità principali al di sotto di Zeus, ossia Atena, Ermes ed Eros hanno le ali e a parte l'ultima, discendono direttamente dal re dell'Olimpo.

Secondo la mitologia più antica Atena nacque per partenogenesi dalla testa di Zeus che aveva inghiottito la dea della sapienza, suggerendo così che la guerra deve sempre accompagnarsi all'arte bellica e all'intelligenza. Viene raffigurata dalla civetta nella quale s'identifica e compare nell'Iliade con la definizione di Occhiazzurra Atena. Un discorso a parte ma a questo collegato merita la Nike, dea della Vittoria che è anche trionfo ed è contraddistinta da un paio di ali giganti.

Ermes è figlio di un doppio tradimento e da parte del padre Zeus e da parte della madre Maia che secondo la cultura induista è la dea dell'illusione. Questo spiega la variegatura di significati relativi al dio Ermes Mercurio, messaggero del sogno e traghettatore, così come protettore di delinquenti e imbroglioni. Le alette sulla testa suggeriscono e la derivazione diretta da Zeus, e l'ingannevolezza che lui veicola o rappresenta.

Cupido o Eros, dio dell'amore, figlio di Afrodite ed Ermes o secondo alcune tradizioni nato dal caos prima che da Zeus, non potrebbe che avere le ali. L'amore inganna o eleva, a seconda, la passione seduce e acceca, e, per quanto inseguita dai poeti antichi, era considerata nemica della saggezza e padrona degli immaturi.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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