Siamo portati a vedere la luce su piani di nuvole. Luce che irrora e cade a pioggia nei giorni umidi. Siamo portati a cogliere il sole nel cielo pulito di un mare senza onde. Eppure, ciò che è azzurro si stacca dal cielo e sorge dal mare, presenza e pienezza di una solidità che è incontenibile e brucia le mani.
Il ghiaccio, la neve hanno un profumo d'azzurro che scava le profondità dell'anima e c'invita a cogliere il cielo là dove è difficile scorgerlo.
Scendere nel basso equivale a scalare profonde altezze se illuminati da una purezza che nel ghiaccio e nei cristalli della terra e nelle pietre dure ha i suoi corrispettivi. Pensiamo al diamante e alla luce cristallina e azzurra che promana. Nella terra ritroviamo la purezza che conserva nel tempo la vita. Nella resina si stigmatizzano forme organiche scomparse che rintracciamo nei campioni di ghiaccio riemersi e in procinto di sciogliersi.
È l'opposto del calore il freddo, conserva e rende invisibile. Il calore scioglie e cancella. Nella via di mezzo tra le due condizioni si consuma la vita fra richiami costanti e analogie che chi ha la purezza nell'anima vede e tramanda.