La scoperta di un'umanita' piccola. ''L'incubazione. Diario di una quarantena'', la raccolta di racconti di Maria Teresa Bartalena
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Teresa Bartalena

Interviste e Recensioni

La scoperta di un'umanita' piccola. ''L'incubazione. Diario di una quarantena'', la raccolta di racconti di Maria Teresa Bartalena

Inquadriamo quanto succede sempre e solo dopo che un processo si è ormai radicato nella nostra esistenza. Nulla di ciò che accade ha sviluppi improvvisi, ma cresce lentamente attecchendo, divorando. E così, ciò che è  piccolo matura impossessandosi delle nostre vite, mettendo a nudo la vulnerabilità e la fragilità  del sistema uomo. È quanto questa pandemia ci sta mostrando, insegnando ai più sensibili l'illusorietà del controllo. È quanto vanno evidenziando l'autrice Maria Teresa Bartalena e l'illustratore Federico Vicari nella raccolta di racconti "L'incubazione. Diario di una quarantena" a cui è  dedicata  questa recensione.

Siamo nel limbo, nell'alveo della nostra fucina creatriva, prima di concepire un pensiero. Siamo alba e prima ancora notte che incensa l'aurora. Infine siamo sogni che si sporgono dall'orlo delle stelle sempre più bianche sul far del giorno.

Siamo noi e prima ancora siamo corallo che ondeggia nell'indifeso spazio dell'abisso in procinto di prendere la sua forma di bellezza. Il potenziale è la possibilità fornita all'idea che affermandosi, va oltre l'incubazione in cui viene concepito il mondo, spazio semplice e vergine.

È curioso come etimi identici ci trasferiscano in realtà diverse, di vita e di morte. O forse, ciò che ci impressiona e si relaziona a noi alimentando un sentore oscuro, ha in sé un richiamo ad altre occasioni di vita che noi ancora non vediamo e non cataloghiamo. L'incubazione è la nebbia bianca del poeta che lo porta ad innalzarsi sulle foglie della vita. È lo slancio della vitalità del creativo che cerca in questa vita una forma che lo porti a collocarsi e a plasmare le proprie immagini in un arido deserto. L'incubazione è la febbricitante volontà di esprimersi che lotta col buio del nulla, in cerca di una sua affermazione. È la malattia chiusa nel suo guscio, in attesa di rivelarsi.

Comunque sia, l'incubazione è l'antro da cui accediamo a un nuovo stato di cose da noi indotto o da noi subito, mentre ci relazioniamo a nuove forme di realtà prima mai concepite, nonostante già fossero in noi.

È una tragedia per l'uomo di oggi abituato a un approccio visivo con le cose, confrontarsi con una realtà sfuggente e al tempo stesso invasiva, quale può essere una pandemia. Il Mistero dal Pensiero riferito a dimensioni sacre o comunque che abitano la sfera più sensibile dell'immaginario, oggi si è visto estendere a una realtà in cui la morte è olfattivamente presente ed epidermicamente tastabile, al punto da non lasciare margini a intuizioni poetiche. È il vento che spazza via sogni e aspettative e incombe all'improvviso come una matassa nera dai molti dubbi e incognite e dalle domande cieche che aspettano risposte. È quanto accade a Milano durante la pandemia da Covid, aprendo voragini nell'asfalto lucido. Nei luoghi familiari dove serenamente posavano i nostri passi, di colpo divenuti insidiosi, altro dal conosciuto.

Richiede un approccio distaccato e una mente lucida, l'analisi di quanto sta accadendo e una penna fresca, attenta a cogliere le spie del nuovo stravolgente, invitando a un confronto vero e partecipato che i giovani scrittori di oggi sanno rendere. È quanto accade alla penna creativa di Maria Teresa Bartalena che trovandosi a duro petto con una Milano di colpo travolta dall'improvvisa pandemia, riesce in fotogrammi di racconti a incidere su carta aspetti legati alla sua città, che solcherebbero il cuore di chiunque. I quindici racconti di "L'incubazione. Diario di una quarantena" partono da una lucida quanto meticolosa lettura di quanto accade, riproposta attraverso quadri di situazioni che illustrano per bene i paradossi rocaboleschi che coinvolgono l'intera popolazione e di cui ognuno è un inevitabile attore.

È Milano e potrebbe essere una qualunque altra realtà cittadina. È Milano e non potrebbe essere altrimenti, perché a lei è legata visceralmente l'autrice Maria Teresa Bartalena. La Milano felice nonostante il freddo bigio, la Milano ricca che non conosce cedimenti e che eppure ora mostra una inusitata vulnerabilità che nei quadri a volte grotteschi delle assurde situazioni fa sorridere e altresì porta a dolorosi riscontri. La fila di gente nei supermercati all'esplodere del dramma che si scopre essere di proporzioni mondiali desta sconcerto e suscita un sentimento di empatica compartecipazione. L'essere parte di un comune dramma è ben illustrato e descritto, ed evocato dall'acuta penna di Maria Teresa che sa dipingere in modo pulito il reale per come si offre agli occhi. La fila di gente goffa, disorientata al colpo di un nemico che infierisce subdolo e invisibile. Il richiamo frastornante a proteggersi naso e bocca, a fare scorte di alimenti, offrono uno spaccato di vita prima inimmaginabile. È un supermercato ma si scopre essere un teatro di vita dove c'è spazio anche per quella pietà umana e quella solidarietà semplice, mai spicciola, che ci scopre e ci pone a confronto con i drammi di enormi proporzioni. Poi la scena finale del limone, l'assurdo che irrompe quale spiraglio di una nuova vita.

È quanto accade nel primo racconto "Day 0: i limoni" che apre la raccolta tradotta anche in inglese, tutta di racconti brevi, quasi istantanee di vita messe bene a fuoco dalle illustrazioni di Federico Vicari abbinate ciascuna ad ogni racconto, quasi a voler circoscrivere con un'impronta pittorica le situazioni surreali.

E mentre la pandemia dilaga richiedendo la misura del lockdown, il disorientamento apre il rubinetto dei ricordi che riemergono spontaneamente da un vissuto anche distante. Un oggetto, in questo caso la bicicletta che flette l'asse del tempo, porta un anziano affacciato alla finestra a ritornare indietro, ai suoi vent'anni e alle biciclette sui navigli. È questo il secondo racconto dal titolo "Day 1: le biciclette".

Si procede così, di racconto in racconto, con la percezione di una pervasività che però regala spazio a emozioni e a lunghi ripensamenti, mentre dall'incubazione si giunge alla conspevolezza di un attacco sconosciuto che in ultimo lascia cadere la maschera.

Non è più l'uomo a parlare alla fine, ma il virus stesso, compiaciuto di avere messo a soqquadro la percezione di potenza e di eternità di una società ora violata da un esserino tanto piccolo quanto sfuggente, che volando di paese in paese ha portato la realtà umana ad a acchiocciolarsi su se stessa, a comprimere gli ampi spazi delle proprie azioni e possibilità, per sopravvivere.

Il rosso dell'orizzonte nell'immagine associata a "La conclusione" rimanda forse alle zone rosse, di massimo contagio, o forse è un invito a sposare quell'avvicinamento ormai rarefatto, a ridurre lo spazio tra le persone. A spingersi verso la riscoperta della passione umana che è il sangue pulsante della vita e non può essere rimossa.

Il piccolo che divora l'esuberanza umana e la pretesa dell'uomo di riuscire a controllarsi e a controllare tutte le situazioni sono gli ultimi messaggi e ci riportano alla condizione di partenza, all'incubazione. Seguono ad essa uno sviluppo e un percorso articolati che sono l'evoluzione delle strategie di combattimento da adottare contro un virus che cresce e fa sempre più rumore, ma anche la mortificante involuzione della cultura umana che indietreggia nell'interazione e nella condivisione.

La raccolta "L'incubazione. Diario di una quarantena" offre vari spunti di riflessione anche per lo stile semplice della narrazione. Il dono della visibilità insita nella penna creativa di Maria Teresa fa sì che ogni singolo racconto si presti a una versione teatrale o a un cortometraggio. La raccolta rappresenta un modo altro di vivere la lettura e di farla vivere agli altri, scardinando gli schemi precostituiti secondo i quali un'opera letteraria per nutrire l'anima ha bisogno di grandi spazi e di forbite parole.

''L'incubazione. Diario di una quarantena'', di Maria Teresa Bartalena. Opere illustrate di Federico Vicari, traduzione in inglese a cura di Chris Powell.

 

Leggi anche: Biografia. Maria Teresa Bartalena

Link file audio: SpotFile - Lettura di un estratto da: L ’INCUBAZIONE. Diario di una quarantena.

 


Federico Vicari (illustratore)

Nato a Pisa nel 1989, disegna da quando ne ha memoria. È stato autodidatta finché non ha frequentato un corso di illustrazione presso il TheSign di Firenze tra il 2015 e il 2018, dove, tra le altre cose, si è cimentato con le tecniche digitali, che ha iniziato a sperimentare, senza mai abbandonare del tutto la passione per la grafite e la china. Laureatosi in storia, da quì attinge temi utili per molti suoi lavori personali, senza trascurare altro. Attualmente si muove in vari campi, con esperienze pregresse come illustratore, animatore e impaginatore.

Chris Powell (traduttore)

Chris Powell, nato nel Regno Unito, vive in Italia da quarant’anni. Direttore di International School Pisa da 30 anni, è docente di lingua inglese, revisore e traduttore di una vasta gamma di testi scientifici ed accademici. Come editore di articoli di ricerca ed insegnante, collabora con l’Università di Pisa e numerose altre università italiane, la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ed il Consiglio Nazionale di Ricerca.


 

Ippolita Sicoli
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