Carlo Crivelli, la sfericità, la pienezza scultorea dei colori nei dipinti della Madonna con Bambino
Capita raramente, un tempo di più, di sentirsi dire "ricordo te e quel periodo perché stavo leggendo un libro che mi ha attraversato come lame di sciabola da cui sbocciano splendidi fiori." È quanto succede alla croce pasquale. Dai fori dei chiodi spuntano i germogli della nostra santità.
Non si può chiamare illusione ciò che ci solca nel profondo. Possiamo dimenticare l'accaduto, ma quanto ci percorre dentro ci porta a riscoprire la nostra integrità e ci aiuta a sentirci interi. Il mare allora lo si percepisce non come un'amalgama che separa, ma una costellazione di ponti che si riassume in noi in un quadro intero. Allora ecco dalla cornice spuntare un tondo che come pezzo unico ci fa tornare a casa, il nostro tempio che, osservando il tutto, riconosciamo essere la Natura.
C'è a tal riguardo un'opera del Crivelli suscettibile di diverse considerazioni frutto delle emozioni e sono tante, che rievoca. La Madonna della Candeletta ripropone in modo molto più completo quanto già esposto nella serie di Madonna col Bambino nelle quali opere viene fuori il legame con la Natura visto dal Crivelli, artista del Rinascimento.
La pittura in queste opere di fa piena come a voler incontrare la stabilità della scultura. Non è semplice e pura testimonianza della genialità fine a sé stessa, ma esprime la volontà di rapportare la poliedricità geometrica del reale alla sfera originaria, riassorbendola in essa. È quanto ammiriamo nei volti dei soggetti della ritrattistica e pittura rinascimentale che rievoca il tondo della perfezione che si erge sulla brutalità avviandoci verso la natura interiore compassata dell'uomo educato a limare ogni eccesso. Pare quanto ora detto in contraddizione col Carnevale, tempo della sregolatezza. In realtà, come precisato in altri momenti, il Carnevale con la sua struttura di ritualità ciclica è un tempo nel tempo che ha i suoi confini e la sua durata prestabilita.
La Natura incornicia ed ispira nelle opere di Crivelli contraddistinte dall'uso sapiente della tecnica combinata alla varietà di colori usati in cui si cancella la presenza dell'ombra. Tutto è morbidezza statuaria rasserenante che riconcilia l'uomo con la sua autorità interiore rendendolo padrone e bilanciere delle sue emozioni. La prospettiva c'è ed è posta in risalto dall'illusione architettonica dei luoghi, troni regali o balconcini attorniati di fiori. Interessante il discorso di equilibrio solido e altresì sognante che emerge all'osservazione, accentuato dai frutti scelti accuratamente e non solo perché di forma rotonda. Altresì infatti secondo una scelta giudiziosa che rientra nel discorso di perfezione. Ciò non preclude il riferimento di attinenza alla stagione autunnale, equinoziale che prepara alla luce santa del Solstizio e del Natale.
La rigogliosità abbraccia la Primavera, nelle sensazioni che ispira. Come quanto già accennato sul Botticelli, per l'Umanesimo e il Rinascimento l'autunno è invito a riflettere e a incontrare il senso pieno della vita e a viverlo nel presente. È la giovinezza che sfuma nella maturità pronta ad accogliere i nuovi germi dell'essere attraverso il momento santo del Natale.
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