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La finestra sullo Spirito - il Centro Tirreno
Approfondimenti di Arte e Cultura a cura della dott.ssa Ippolita Sicoli (Specializzata in Antropologia, Eziologia, Mitologia e Discipline Esoteriche)
I defunti consentono il riassorbimento in noi di quelle parti scisse, alle quali la realtà aveva dato un ruolo. Di amico, compagna, genitore... Il loro habitat in relazione a noi diviene il sogno tramite il quale aprono la mente su nuovi percorsi e su nuove dimensioni. Il defunto è pertanto, una figura sacra e non a caso i riti funerari affondano nella notte dei tempi.
La morte è sacra come è altresì santa, a seconda dei casi. I germi di chi se n'è andato, li ritroviamo nel pulviscolo di luce che nella penombra si rende riconoscibile. La penombra è lo stato di mezzo. Rende possibile l'avvicinamento di nuove dimensioni dalle quali l'uomo è precluso. È lo stato dei luoghi sacri in cui incrociamo condizioni di galleggiamento rese alla perfezione dagli studi di architettura sacra. Le chiese sono vere e proprie astronavi che ci conducono al di là dei luoghi comuni, attraverso la giusta disposizione dei conflitti luce buio. È il sarcofago la chiesa, tramite cui percepiamo lo stato di santità come leggerezza. Per quanto sia concretamente possibile che l'uomo antico sia entrato in contatto con alieni provenienti da altri sistemi solari, pianeti vagabondi o stelle remote, il riferimento più prossimo che abbiamo dei nostri templi antichi e fabbriche cristiane è con il mare. Il mare compare nell'approccio alla dimensione sacra come il luogo degli dei, l'oceano inferiore cosparso di miriadi di insidie che l"uomo deve riuscire a combattere e vincere. È il labirinto iniziatico più sondabile di quello celeste e che, essendo fluido, consente un approccio diretto con il viaggio nell'aldilà inteso come trasformazione.
Il Gotico attraverso i richiami agli Argonauti, facilita l'associazione cattedrale viaggio per mare.
La morte cosa sarebbe ordunque, se non una serie di passaggi che conducono a nuovi approdi? Il mare rende tangibile ogni richiamo alla fine imperitura. Rilassa e chi dal mare in forma insperata è tornato, è una figura al di sopra del comune. Un eroe o un santo e a proposito di quest'ultimo caso, ritroviamo le figure dei santi mistici come San Francesco da Paola e San Nicola da Bari.
E se i miti che sappiamo e che ci hanno raccontato in realtà, non fossero che storie di migrazioni tra le stelle? Per gli uomini antichi, gli dei erano gli astri. Il semidio potrebbero essere il corpo celeste di confine tra noi e quelli ancora oltre. L'invisibilità dei miti dà corpo al mistero. È invisibile quanto non si può tastare con mano, si sottrae all'uomo comune ed è pertanto Vero.
Author: Ippolita Sicoli
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze.
Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.