Dal Superuomo al Supereroe. Gli anni Settanta e Ottanta del Novecento nella nuova prospettiva del mondo
Il modello di Superuomo nicciano apre a numerosi dibattiti sui temi da lui lasciati senza soluzione, tra questi quello etico e della tradizione. La tradizione è un percorso, dalla stessa radice deriva la parola Strada. Come ogni percorso è suscettibile di varie interpretazioni che portano la traduzione attraverso le varie correnti esegetiche a svilupparsi sulla tradizione e a orientarne il percorso. È quanto accade alla vita che tutti i giorni noi realizziamo creandoci ognuno la propria strada. La stessa strada riveduta da chi la percorre, può affermarsi come giusta e bella o nel suo opposto come sbagliata e brutta. Sta di fatto che è l'uomo a realizzare la strada più che la strada a determinare l'uomo. Ciò come ogni principio e posizione assunta a riguardo potrebbe aprire numerose interpretazioni sul concetto di strada come viaggio e su quello di destino.
A proposito di quest'ultimo, esso va a collegarsi a quello della cometa, congiungendosi al divenire oggetto di una superiorità che seppure interiore e ricavata dall'uomo dentro sé stesso, può suggerire forme di immanentismo, sviluppando nuove vedute sul concetto di relativismo. Di fatto il Superuomo va a detronizzare il Principio Primo trascendente e immanente. Il Superuomo è altro dal Supereroe che trova forte riscontro nella società post sessantottina in cui l'uomo viene smembrato nel puro relativismo sartriano insieme ad ogni contenuto di immagine. Il supereroe rimbomba di suoi accenti epici che legano alla tradizione dell'eroe. Questo accade attraverso la nuova cultura nipponica che tende a rivaleggiare con quella vincente del secondo dopoguerra di estrazione americana o comunque pienamente filoamericana. Il Giappone va proponendo il modello dell'eroe in relazione al carattere di semidio, che fa riferimento alla patria delle stelle.
Sono anni quelli a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta in cui quasi come specchio avveniristico rispetto al secolo prima tendono a riproporre l'uomo in uscita dai propri limiti e una forma di Superuomismo trascendentale. Nei manga giapponesi non erotici si ritrovano i concetti di un'epoca che ritorna a suggerire questa volta lo spartiacque tra bene e male e in forma veritiera a preparare quanto accadrà di seguito, ossia la presa di coscienza tra i più svegli, che esistono nel mondo diverse provenienze in lotta tra di loro.
Il mondo dell'occulto va a coniugarsi talora con quello delle apparizioni di corpi luminosi non identificati riflettendo quanto si compie al di là della guerra fredda tra America e Russia sull'egemonia degli spazi celesti. I manga giapponesi al di là delle ovvietà epocali spalancano la strada su un nuovo modo di sentire dando libertà di apparire a quelle realtà sommerse che vivono all'ombra delle metropoli, legate a percezioni sui multiversi e sull'origine stellare di determinati individui. Si inizia a parlare di bambini indaco, reincarnatisi più volte e che mostrano di essere riusciti a registrare situazioni inerenti alle vite precedenti.
L'horror anni Settanta sposa queste nuove realtà che sembrano fiorire nell'oscurità di molti, e lo fanno battendo sul tema dell'infanzia sconosciuta nei suoi aspetti più oscuri, traendo conclusioni spettacolari quanto controverse. Si muove tutto un apparato sul tema degli alieni che trova l'appoggio anche di talenti del rock mondiali come Davide Bowie mentre sorgono quasi dal nulla nuove religioni che insistono proprio sulla dimensione extraterrestre, finendo col trarre conclusioni a volte bizzarre o fantasiose ma comunque capaci di coinvolgere le fedi religiose.
È interessante l'impatto emotivo che esercitano nell'immaginario collettivo personaggi animati come Actarus - Goldrake, Mazinga e altri che prendono quota in una realtà che aveva visto fallire l'autodeterminazione sul fronte dei temi etici, non fornendo conclusioni plausibili che non fossero di stampo teologico, sull'inspiegabile origine del bene e del male. In un mondo sempre più legato nelle logiche consumistiche e che vede in figure come quella della Tatcher trionfare il modello neoliberista americano, la riscoperta dell'epos in chiave extraterrestre fornisce un significativo impulso pedagogico alla formazione delle generazioni di quell'epoca. Il supereroe riscrive il percorso che il consumismo avrebbe tracciato a seguito della crisi economica fine anni Sessanta e va a incontrare il modello etico formativo dei tradizionali romanzi di formazione trasposti in forma di cartone animato, primi tra tutti Heidi e Candy Candy ai quali seguiranno Remi', Charlotte e gli altri. Prevale in questi l'ambientazione trasposta all'indietro di un secolo a voler suggerire un legame tra le due epoche e rendere più efficace il messaggio formativo che non riguarda solo, come in apparenza sembrava, il mondo della pubertà femminile ma anche maschile. Il Supereroe viene quindi affiancato dal tema del poeta errante decadente camuffato da trovatella o trovatello che riesce, facendo leva sulle proprie doti immaginative, ad affermare se stesso. È una versione dal finale positivo del disadattato romantico fine Ottocento che trasmuta nella figura del poeta maledetto.
Sembra un'epoca lontanissima quella delle serie animate anni Ottanta se pensiamo che quelle figure sono state oggi sostituite da influencer nullafacenti il cui unico scopo è quello di destabilizzare i giovanissimi, offrendo loro modelli diseducativi da emulare che distruggano quanto attraverso le arti, la filosofia e anche le religioni tradizionali positive era stato tracciato. Il supereroe era il contrario del prototipo transumano che con l'emergente realtà del Metaverso va imponendosi. Era per la costruzione dell'uomo e apriva ragguardevoli orizzonti sull'Improbabile che tramite lui trovava collocazione nella realtà sociale e prima ancora intima
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