La creatività come l'amore è espressione di una componente femminile presente nell'anima in modo piuttosto accentuato.

La creatività è l'incipit della creazione che s'identifica con la luce sinonimo di per sé di bellezza. La luce mette in ordine il magma iniziale, il progetto che emerge dalle pieghe dell’inclinazione artistica, per poi assurgere a una dimensione tutta sua che la autonomizza dall'idea iniziale. Associare il Caos al disordine primigenio riflette parzialmente l'indole creativa alla base della Natura che si autodetermina nelle sue molteplici forme. Il disordine esprime un concetto di disarmonia effettivo che presuppone una logica di definizione che strania l'oggetto da ogni componente creativa. Il disordine è qualitativamente negativo e associabile all'anarchia. Il processo di razionalizzazione a cui si sottopone la realtà, distacca ulteriormente l’uomo dalla responsabilità attiva nella partecipazione alla realtà. Il creativo è artefice o comunque recita un ruolo attivo in quanto interprete di ciò che lo circonda.

Quanto or ora espresso riflette una psiche libera, in continuo rinnovamento, incline a mantenersi giovane. È un luogo comune in cui facilmente s’inciampa rapportare la chiusura mentale e la repulsione alla novità a un carattere sviluppato, tipico di una persona centrata su se stessa. Proprio su quest'equivoco verte la trama del romanzo Un uomo di carattere di Paola Capriolo, in cui il metodo di cura di un giardino apre una finestra inquietante sulla personalità del proprietario abitudinario e sterile sotto il profilo creativo a tal punto, da rinunciare finanche all'amore, che stravolgerebbe totalmente la sua esistenza. Egli, pertanto, sceglie di perseverare nella sua dimensione di ordine, parente stretta di una condizione di morte nell'immaginario comune ben associata alla stagione dell'autunno in cui trova rifugio la decadenza della vita.
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