Si può sfuggire a tutto fuorché da se stessi, e questa constatazione vale soprattutto per chi ha raggiunto un livello di consapevolezza elevato.

Le conquiste interiori si ottengono nel tempo, perseguono percorsi tortuosi che a volte disperdono, altre volte si articolano in uno sviluppo di crescita del tutto inaspettato. Al destino la battuta finale del romanzo di una vita che suona note monotone o altresi, talmente incongruenti e discordanti tra loro, da creare il sospetto di essere completamente slegate dal quadro armonico in cui si riconosce ogni tassello dell’Universo. Vi sono storie che iniziano a metà libro, altre che non incominceranno mai e sono lo schizzo di un paesaggio libero a cui ogni lettore è chiamato a dare un senso. Storie che iniziano dalla fine e poi, quelle storie che immagini come potrebbero concludersi, ma non si sa dove.

Il libro che propongo oggi non nasce con un destino segnato, e forse proprio per questo offre una serie di spunti di analisi ben orchestrati tra loro. L'armonia nell'insieme non è gioiosa, ma obbedisce a una sua particolarissima concezione di giustizia che apre squarci di riflessione. Il senso della tragedia che matura dal rimpianto è preponderante rispetto al resto, ed posto su un vassoio di autentica originalità che cala il sipario sulla scena dei comuni sensi di colpa. Un amore vissuto intensamente che scade nel quotidiano ed evapora nella sua magia, spiana le condizioni a un tradimento vorace che consuma la vittima, una donna di non comune fascino, in un contesto di tutto rispetto per la sua calda sensualità, la città di Buenos Aires. A seguire la concretizzazione di una banale via di fuga diviene la tragica scelta del protagonista Nico che accoglie il ritorno nella città con una sorta di liberazione apparecchiata per bene dall’effluvio del ricordo che d’un tratto diviene sogno e infine espiazione. Alberto Ongaro in Interno argentino non solo mette a nudo la sua dialettica letteraria cosmopolita, ma delinea i tratti di un'umanità maschile, tutt'altro che maschilista, capace di compiere un tuffo in se stessa dal quale potrebbe non riemergere più. Offre così al suo pubblico la possibilità evidente di sfatare luoghi comuni e di offrire quella redenzione della quale, a prescindere dalle svariate e soggettive piste narrative, una sana e matura opera dovrebbe assicurare ad ogni lettore.