Il grave dato nuovo e orrendo rispetto al passato che sta facendo emergere la "pandemia", è la cattiveria dei malati, cartina tornasole dell'egoismo odierno.
È vero. Questa pandemia sta facendo uscire aspetti con i quali non avremmo mai voluto interfacciarci. Ci siamo illusi tutti che ne saremmo usciti migliori e che gli striscioni ai balconi avrebbero sviluppato quella solidarietà umana che di fatto non si è vista. La solidarietà è stata concepita per i barconi d'immigrati e molti vedendo come si è articolata la vicenda del Covid, hanno capito che in un'epoca in cui tutti dovremmo essere i qualunque, ecco che scattano le differenziazioni. L'ossimoro apertura-chiusura proietta una dimensione sociale fortemente frastagliata e compromessa nella sua solidità. La cultura del nemico ci ha fatto assaporare non il Covid in sé, ma la sua gigantografia voluta e concepita da una finta democrazia che mette gli interessi al centro e non più l'uomo.
Di cattiveria e di egoismo in questa tragicommedia ce n'è e davvero tanta. Chi si accaparra meriti e onori e celebrazioni da grandi divi, dimentica il problema in sé che andrebbe semplicemente risolto riprendendo in considerazione la vecchia medicina ad personam. Il qualunquismo ha ucciso la Sanità e il suo metodo in primis che, ad ascoltare i grandi luminari tutelati da ISS e OMS, sarebbe infallibile. Il problema si ripresenta sotto altre forme e mentite spoglie, ma con la stessa radice. Questa società mina l'individualità a favore dell'individualismo buttato ogni giorno in prima pagina e sullo schermo televisivo attraverso la riproposizione dei soliti nomi che si accaparrano premi farmaceutici, una farlocca popolarità da grandi scienziati e più di tutto, si autocompiacciono di aver centrato l'obiettivo che consiste nel piegare la volontà sociale a favore degli intrighi mondiali che fanno capo sempre ai soliti nomi innominabili.