Tik Tok bandito da Trump è causa di morti derivanti dalle sfide tra ragazzini poco più che bambini. Tik Tok è la nuova piattaforma cinese dove si trova di tutto e di più in una manciata di secondi che rispecchia la frenesia dei nostri giorni in cui anche a proposito dello smart working il tempo continua a mostrarsi avaro.

Tik Tok che è stato sottovalutato in Europa e qui da noi con la compiacenza della politica estera in atto, che ci vuole sempre più non tanto partner come vorrebbero farci credere Di Maio e Arcuri, quanto sudditi della Cina, ha preso piede in tutti i campi. Insiste la pericolosità proprio sui suoi video mordi e fuggi che impediscono di riflettere adeguatamente e di porsi con occhio critico verso tutto ciò che propina. È il riflesso del mondo capitalista sfrenato, sorto sulle macerie del Comunismo che ha plagiato l'uomo nella direzione del lavoro a tempo pieno, convertendo i lavoratori della classe operaia e media in vere e proprie bestie da soma da impiegare nelle industrie come nel terziario.
Stiamo imparando dalla Cina a soccombere alla logica della richiesta di mercato. Imparare dalla Cina significa escludere dalla memoria e dall'esercizio concreto tutte le politiche sindacali che ci hanno consentito di fare nel sociale e nella cultura nostrana numerosi passi in avanti, con la difesa dei diritti dei lavoratori sostenuta dai sindacati. Accettare la Cina nella nostra politica economica significa fare passi indietro fino ad azzerare ogni conquista. Significa permettere al ladro di accomodarsi in casa nostra, autorizzando il suicidio dei nostri figli. Non è un incontro tra culture diverse, ma uno scontro fino all'ultimo superstite in un'epoca dettata dall'ideologia dell'accoglienza che risulta fallimentare su tutti i fronti e che porta ricchezze ai soliti noti e ai loro prestanome che nessuno vuole dichiarare esplicitamente.