Il sogno chiamato Euro e la societa' dei ricatti
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Il sogno chiamato Euro e la societa' dei ricatti

Il sogno chiamato Euro e la societa' dei ricatti

l'Opinione
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Nel momento in cui una società non è più capace di educare, si esprime con l'arma del ricatto. Se si vuole piegare un popolo ai propri dettami governativi, bisogna consentire il non consentibile per un lungo tempo, e poi privarlo di cio’ che si teme. Oggi, del bene più prezioso che è la libertà.

Il sogno chiamato Euro e la societa' dei ricatti
Il sogno chiamato Euro e la societa' dei ricatti

 

Credere che i governi che amministrano attualmente gli Stati siano stati colti alla sprovvista da questa epidemia, significa non cogliere quanto è accaduto in passato. L'ingresso nell'Eurozona e l'apparente libero mercato a cui ci avevano preparati gli schieramenti di allora e gli entusiasti Prodi e Berlusconi, era in realtà il pretesto per accaparrare consensi da chi si era lasciato ammaliare dai viaggi facili senza controlli per tutta Europa. Il non limite alla libera circolazione ha mostrato subito i suoi cedimenti proprio in quei punti che prevedevano la facile percorribilità di chi ama viaggiare, tramite la proposta di una moneta unica ma a più velocità. La libertà e la conseguente limitazione alla facoltà di viaggiare si sono rivelate ancora una volta a favore delle classi dominanti agevolate da voli privati e da quella disponibilità di danaro alla stragrande maggioranza dei cittadini preclusa.

Per i giovani il progetto Erasmus ha determinato il miraggio della facile accessibilità a quelle università europee che, concluso il percorso, inaccessibili sono ritornate. La velocizzazione degli scambi, la facilità dei lunghi spostamenti, il modello tedesco da applicare ovunque, anche in quelli stati mediterranei così distanti per mentalità e pensiero culturale dal modello sassone e teutonico che hanno superato per virtuosità quello anglosassone anni Ottanta, sono rimasti un sogni fagocitati dal famelico drago dell'incubo. Da emulatori della civiltà e della perfezione, siamo diventati prede di tutto un sistema che anziché smontare i confini, li ha rafforzati all'interno del proprio Paese. I governi centrali degli Stati in difetto all'alba della nuova moneta Euro si sono resi sempre più invisibili dal comune cittadino rimasto all'oscuro dei vari intrallazzi finanziari. È crollato tutto giù quel disegno magnifico di fratellanza solidale tra popoli affini i quali, nel giro di un decennio, si sono ritrovati gemellati per gioco di forza a quei popoli vicini geograficamente ma tanto distanti per costumi e civiltà (Africa e Medio Oriente).

È questo il risultato di quella campagna libertaria che ci ha a mente lucida svenduti a una sorta di schiavismo anche sanitario. Proteggersi e proteggere è la clausola vincolata e vincolante fatta circolare da chi ci vuole in pugno, privandoci di quel sogno libertario iniziale tanto propagandato, col pretesto di salvare la propria parvenza umanitaria. Il progetto dell'accoglienza è alla deriva perché non può esserci umanità senza libertà e perché non può esserci umanità laddove i soldi sono anteposti ai principi.

Al principio c'era l'Uomo destituito ora dai numeri. La conta dei numeri iniziata con l'euro a varie velocità e dal rialzo ingiustificato dei prezzi col passaggio dalla moneta nazionale alla valuta comunitaria, ha poi preso strade non così assurde. Senza Euro non si sarebbe parlato di Covid se non marginalmente. Senza Euro non saremmo stati scaricati da un Governo, il nostro, sceso a patti con le banche dell'Eurozona. Senza Euro il gioco dei vaccini sarebbe stato smontato subito. Ora non siamo padroni più di niente ad iniziare dalla gestione della nostra vita. Più volte Conte ha ribadito l'importanza della rassegnazione alla mascherina, in realtà museruola, e a stili di vita in cui la reclusione e la distanza sarebbero diventati la normalità. La preoccupazione all'ordine del giorno per i nostri anziani, in realtà nasconde il volto disumano di chi con le politiche assistenzialiste già da tempo ha privato i giovani della sovrana progettualità, incanalandoli nella mortificante prospettiva di dipendere economicamente dai loro pensionati. Mi lascia sgomenta più il suicidio di un giovane, fisico e morale, della morte di un vecchio. La gente non sa cosa sia la depressione, altro dal dire oggi sono giù. Stiamo condannando alla morte intere generazioni e noi stessi alla morte del futuro. I giovani sono un ingombro per una società che uccide ogni tipo di socializzazione spontanea, capace di foraggiare idee e progetti e per questo da contrastare, relegando i giovani a marcire dietro scatolette di computer e cellulari. Una società siffatta, pensata e costruita sulla morte, non può avere altro futuro se non quello previsto dalla manipolazione sanitaria tramite i vaccini. A noi adulti di oggi la grave responsabilità di essere non solo i consenzienti ma anche i firmatari.

Diceva il partigiano Pertini che il Governo incapace di lavorare per i cittadini va spedito a casa con le armi. In quest'epoca dalla facile manipolazione psicologica cavalcata proprio da chi sostiene la rete ad oltranza, nella fattispecie Pentastellati e Piddini, tutto ciò che non depone a favore di costoro è spacciato come bufala. Mentre si arroventa lo scontro tra sostenitori delle attuali misure anticovid e contrari, Conte riforma la Costituzione a uso e consumo propri e della casta, modellando la società secondo la volontà degli affaristi mondiali e della Cina contraria a qualsiasi principio etico della conservazione dell'ambiente e dell'uomo. Così si comprende la notizia dell'autoproclamazione di Conte riguardo al terzo mandato, mentre Grillo cerca di salvare quel briciolo di dignità rimastogli, dissociandosi dall'attuale disegno pentastellato ormai coincidente in tutto e per tutto con quello piddino.

Come andrà a finire all'interno del Mo Vi Mento? Chi lo sa!

In tanti stanno cercando di salvarsi tagliando la corda e transumando nelle fazioni di un'opposizione in delirio di onnipotenza e di fatto inesistente.

La guerra si consumerà tra noi semplici cittadini lasciati senza luce e al flebile chiarore di una candela, incapaci di gestirci e di programmare una rivolta compatta, perché divenuti specchio ormai, del teatrino politico che noi per primi guardiamo con un certo imbarazzo se non disprezzo. Andremo avanti così, mentre l'Italia cede pezzo dopo pezzo le sue terre ai magnati stranieri pronti all'acquisto, come dimostrano le isole vendute ad acquirenti lussuosi, pezzi di autentica bellezza naufragati nel mare di Liguria e Calabria. Quali relitti di un'unità mai esistita,  perché mai sono esistiti gli Italiani come aderenti alla stessa radice nazionale, né alla stessa narrazione sociale.

Ippolita Sicoli
Author: Ippolita Sicoli
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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