Solo chi combatte a rischio della propria vita è veramente libero. La libertà non è sedersi e accomodarsi. La libertà non è viltà.

La pace si conquista col sangue, altrimenti è squallido compromesso. Lo vediamo.
Abbiamo tirato su una gioventù in guerra con se stessa incapace di fare rinunce. Solo chi sa è in grado di scegliere e oggi la conoscenza manca perché non vi è libertà da tanto e nello specifico, dallo sbarco degli Americani. È sciocco far credere che gli esportatori di Democrazia ci abbiano risollevati dalla dittatura sconfiggendo il mostro del Nazifascismo. Il loro intento era quello di raccogliere quanti più consensi per aprirsi un varco nel Mediterraneo contro le altre due realtà contrapposte: russa e giapponese. Siamo stati sciocchi da non capirlo forse perché infarciti della propaganda filocomunista di Tito portata avanti dei partigiani.
A quel tempo l'istruzione era cosa di pochi, la radio utile alla diffusione dei bollettini di guerra e la gente non aveva la facoltà di comprendere e discernere gli avvenimenti. Siamo stati imbrogliati sulla nostra ignoranza per mancanza all'epoca di mezzi. Eravamo una monarchia poi passata a repubblica con la parvenza di una democrazia rivelatasi illusoria. La nostra sudditanza alla finta politica di libertà ha portato a dissidi interni da cui non ne siamo mai usciti, mentre i servizi segreti agivano per conto proprio, caldeggiando talora la mafia, talora gruppi politici che comandavano dall'estero. E ora, dopo il Sessantotto e la crisi intimistica anni Ottanta che hanno annebbiato la mente a molti, eccoci in questa paralisi ghiotta di conquiste a buon mercato, che non ci vuole uomini e donne ma solo bambini irresponsabili, capricciosi per un nonnulla senza fede, valori, e senza amore.