Siamo in dittatura e non ce n'eravamo accorti
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Siamo in dittatura e non ce n'eravamo accorti

Siamo in dittatura e non ce n'eravamo accorti

l'Opinione
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Tutto nasce da molto lontano. Anche le dittature  non spuntano così  dal niente.

Siamo in dittatura  e non ce n'eravamo accorti
Siamo in dittatura e non ce n'eravamo accorti

 

Siamo in un tempo che tornerà  se non saremo capaci di cambiare rotta e se lo volessimo, temo che  ci costerebbe diversi morti. Da molto tempo in tanti si parlava di dittatura sapendo cogliere il Presente e ravvisandovi segnali che ancora  pochi erano in grado di vedere nitidamente. Segnali spesso confusi con idiozie sparate dalla rete o allucinazioni di qualche intellettuale passato per pazzo. Forse perché Il tanto sospirato risveglio delle coscienze e il trasferimento su altri piani di consapevolezza si pensava fossero cose che sarebbero avvenute spontaneamente e autonomamente. O forse perché si era stati educati ad altre tipologie di dittatura apprese dai libri di storia, con gli eserciti che entrano in città comandati da nomi e cognomi per proteggere il regno di chi si sapeva. È dalla prima guerra mondiale che in effetti si è modificata la lettura della dittatura apportando nuovi segnali e implementando il bacino di comprensione del termine dittatura con molteplici significati.

Dalle soglie del 2000 il problema si è  ulteriormente inspessito con l'introduzione sui mercati del mondo di quella politica mondialista che a breve si sarebbe rivelata nefasta, se non assassina del tutto, sotto molteplici aspetti. La musica etnica, of the world,  e tutti i filoni new age che l'hanno influenzata, giusto per fare un esempio, ci hanno preparati a quel calderone multiculturale che se da un lato ci avrebbe illusi con ideali di fratellanza e di libera circolazione, dall'altro avrebbe lentamente serrato la nostra economi, contraendola nelle mani di chi foraggia la globalizzazione. Un nome eccellente tra coloro che illuminati nel vero senso della parola ci hanno aperto gli occhi sugli altri illuminati che detengono il monopolio dell'economia mondiale, dirigendo l'andamento dei mercati e immettendo veleni nel comparto agricolo da cui trarre profitto, è  sicuramente Adam Kadmon, il primo a parlare liberamente e trasgressivamente di Sionismo associato al NWO. Oggi Adam Kadmon, e con lui tutte le previsioni nefaste eppure realistiche, è stato messo a tacere dai media ma i sui contenuti li ritroviamo nei testi da lui pubblicati con grande previdenza, dal momento che stiamo scivolando nell'era del pieno controllo di tutto e di tutti per mezzo del virtuale fatto passare i primi tempi come mezzo democratico con cui ampliare gli orizzonti di tutti, e oggi caduto nelle mani di un manipolo di gente che intende controllarci tramite una congegnosa  lettura distorsiva sui fatti e attraverso una ben strutturata campagna che ci vorrebbe tutti piegati al fine della salvaguardia della salute.

È  bastato un virus ad altissima capacità epidemica ma affatto pernicioso, a mettere in luce la fragilità  del nostro sistema democratico. Oggi siamo tutti controllati, ma proprio tutti? L'Italiano medio senz’altro, pressato da un architettato regime  vessatorio verso la sua legittima libertà, teso a minare anche l'economia. I comuni cittadini sono di fatto bloccati in casa, mentre treni e metrò sono intasati e i porti lasciati aperti in nome di un'accoglienza da cui tutto è incominciato col benestare di tanti democratici cittadini che vedevano in questo flusso organizzato a puntino una risorsa per la nostra precaria economia. Fino a ieri precaria e per il futuro cosa si prospetta??

La cosa, il carattere che contraddistingue questa dittatura dalle passate, è  la flessibilità di molti piegati dalla paura del virus. La paura è l'arma delle dittature perché richiede  misure sempre più  restrittive e non apre spiragli sul domani. L'economia, il contatto con la Natura, l'Arte, la Cultura... tutto e’ rimandato a un tempo che non verra' mai perché  bloccato nella sua scorrevolezza, contratto dalla paura.

La paura blocca il tempo e piega l'uomo in una operazione di grande remissività a cui non c'è  alcuna controproposta. La paura è  l'alter ego della libertà che innalza l'uomo e lo fa evolvere. Stiamo retrocedendo al Medioevo, sento dire. No, all'età della pietra rispondo io, paventando il rischio che anche della rete verremo privati in un tempo breve e della comunicazione dissidente verso il potere ancora concessaci nei limiti possibili. Le misure restrittive che di questi tempi reclama proprio il cittadino medio, ci porteranno ad adeguate misure di controllo e passeranno attraverso microchip sottocutanei e poi segnalazioni di droni, cosa che già sta avvenendo, portando tutti in blocco a diffidare del virtuale e del digitale. Ci è  stato consigliato di ritornare alla scrittura a mano e allo stampato, per non lasciarci dietro un deserto digitale. Chissà, forse è  giunto realmente quel momento, mentre stiamo disimparando e disimparando davvero complice la perdita del ricordo che solo la libertà di un giusto e libero vissuto può  fornirci e alimentare in noi.  
 

Ippolita Sicoli
Author: Ippolita Sicoli
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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