Quanto è accaduto la scorsa settimana in merito alla capitana Rackete e alla Sea Watch è senza precedenti e rischia di rappresentare il punto di un nuovo inizio per l'Italia e i suoi rapporti con l'Europa.

Quello che sembrava uno dei tanti capitoli del lungo romanzo che vede protagonisti immigrati e Ong è evoluto in un percorso tutto suo portando alla ribalta misteri di una politica italiana mal affrontata e le crepe con un'Europa del tutto convinta a proseguire secondo la linea dura del trattato di Dublino. Le faglie del governo nazionale sono evidenziate da una propaganda deragliatrice che di proposito evita di mettere a fuoco i temi più urgenti e i fatti realizzati. La politica del fare sembra sempre più lontana, camuffata da fittizi consensi e drastici divieti che dietro un apparente inasprimento dei Sì e dei No non presenta nulla di buono. E intanto l'Europa alza il passo distanziandoci. Proprio di questo parlerò con Salvatore Sparapano, noto avvocato civilista del Foro di Bari, e politologo.
Avvocato Sparapano, cosa è successo di nuovo e di clamoroso la scorsa settimana?
“Di nuovo c'è che Francia, Germania e Lussemburgo per uscire dalla situazione di stallo in cui si era trovata la Sea Watch, si erano offerti di accogliere pro quota 42 migranti, cosa mai accaduta prima.”
La vicenda della capitana si è impressa nell'immaginario collettivo al punto da adombrare tutte le conseguenze delle scelte governative. È così?
“È giusto precisare che Carola Rackete è comandante di nave sulla nave e capitano a terra. Al di là delle ripercussioni a livello mediatico del caso, i fatti dicono che la Rackete il 28 giugno, ossia il giorno prima dello sbarco a Lampedusa, aveva ricevuto dalla GdF la notifica dell'iscrizione tra gli indagati, nonché contestualmente l'invito a presentarsi presso la tenenza della GdF per rendere l'interrogatorio davanti al Magistrato l'indomani alle ore 9. Bisognerebbe comprendere come la Comandante abbia interpretato l’invito, in quanto lei non era in diritto, da Comandante, di abbandonare la nave in navigazione. Proprio nella notte tra venerdì e sabato la Rackete comunica la decisione di violare il divieto ad entrare nel porto di Lampedusa.”
Quali sono quindi le conseguenze determinate dalla decisione della Rackete?
“La conseguenza degna di nota è l'interessamento della Germania al caso, che ha messo in imbarazzo i politici tedeschi. La questione per essere meglio compresa va posta in parallelo a quanto stava accadendo a Bruxelles. Da tenere conto il fatto che in seguito a questa vicenda è saltato il nominativo di Timmermans molto considerato dai Paesi della leadership europea e invece inviso da Salvini e dai Paesi del Patto di Visegrad.”
Da quanto lei sostiene sembra quasi che la politica di Palazzo qui da noi agisca a porte chiuse, vero?
“Quando si tratta di concordare questioni delicate, è normale a mio parere che si rimanga lontani dai riflettori.”
Conte risulta sempre più isolato dalle scelte di Governo, vero?
“La posizione di Conte in effetti è delicata. Mentre Francia, Lussemburgo e Germania proponevano la ripartizione dei migranti, Conte era a Bruxelles e colloquiava con Merkel e Macron per accordarsi sulle nomine dei rappresentanti e dei commissari della commissione europea, della BCE e di altre istituzioni affini. La conseguenza di tutta questa vicenda è stata l'estromissione del Paese dai ruoli di potere all’interno della leadership europea. L'Italia si è dovuta così accontentare della Presidenza del Parlamento europeo assegnata a Sassoli.”
Lei pensa che a lungo andare si farà chiarezza sulla vicenda degli sbarchi?
“Onestamente ho dei dubbi poiche’ quanto è accaduto gli scorsi giorni a Lampedusa accade da mesi, anche se questa volta la Rackete era al comando di una nave Ong. L'opinione della gente ormai è cristallizzata.”
Ora che l'Italia è stata messa nell'angolo quali le conseguenze?
“Prima di avanzare previsioni, sarebbe giusto analizzare le intenzioni di Francia, Germania e Lussemburgo in procinto di disinnescare uno scontro politico diplomatico tra Italia e Germania. Tutto questo prima che esplodesse il caso Rackete.”
Alla luce di quanto da lei ora affermato, quali sarebbero gli obiettivi di Salvini?
“Salvini ha cercato di far saltare i colloqui tra l'Italia e la Francia, la Germania e il Lussemburgo e ci è riuscito. Infatti, dopo l'incidente di sabato a Lampedusa è scoppiata la crisi diplomatica tra le tre nazioni su citate e l'Italia. Necessariamente Conte si è trovato nella condizione di prendere posizione a favore dell'Italia, facendo retro front su quelle che erano le sue intenzioni iniziali, e di colloquiare con tanto di foto ricordo con i rappresentanti dei Paesi del Patto di Visegrad.”
Il disegno che emerge è quello di un'Europa tenuta in vita dall'asse Francia, Lussemburgo, Germania e di un'Italia sempre più isolata e abbandonata a se stessa.
Cosa augurarsi? Innanzitutto, concordamente al pensiero dell'avvocato Sparapano, di continuare a seguire la pista dell'informazione capace di fornire giuste analisi e valutazioni, tenendosi lontani dai depistanti discorsi da bar purtroppo sempre più diffusi anche in rete.