Ci sono cantanti che non si sono limitati a dare un volto alla loro epoca, ma hanno contribuito a tracciare il cammino delle generazioni future.

Gli anni ‘70 hanno rappresentato un momento di svolta anche per la musica italiana cantautoriale. La contestazione del '68 era stata anticipata da una euforia ribelle che ha separato radicalmente la canzone melodica tradizionale da quella giovanile accompagnata da un look trasgressivo. Alla popolare Orietta Berti già considerata fuori tempo, si affiancavano nuovi cantanti che avrebbero rivoluzionato il mondo musicale. La Caselli e la Pavone congiuntamente alla ben più grintosa Patty Pravo hanno dotato di nuovi stimoli la canzone italiana. Fuori dagli schemi risulteranno a cavallo degli anni ‘80 la Berte’ e Renato Zero, la prima per aver introdotto nella canzone italiana i timbri della musica nera, il secondo per aver inserito temi e linguaggio ritenuti scandalosi in un’epoca in cui divorzio e aborto scaldavano il clima politico. La grande svolta però, arriva con Il Crotonese Rino Gaetano. Egli con la sua inseparabile chitarra tocca e porta alla ribalta temi pronti a scalfire il sistema politico già compromesso di quegli anni con l’aggiunta di toni dissacranti rivolti a stereotipi che faticano tuttora ad arretrare. Rino Gaetano si dimistra da subito un genio sotto tutti gli aspetti e per la sua aria apparentemente burlona che pero’ dietro orecchiabili canzonette sembra lanciare messaggi mirati che i giovani accolgono rispecchiandovisi. E cosi’ alla scanzonata “Gianna” presentata a Sanremo nel 1976 e alla piu’ pacata “Sfiorivano le viole” si accostano motivi a dir poco scomodi per i media di quel tempo al servizio di una rigida ideologia politica. Erano gli anni di piombo e Rino Gaetano nella sua spontanea virtuosita’ attraversera’ i cieli della musica italiana come una rapida cometa che si estingua nel buio della notte. Il tragico incidente che siglera’ la sua fine accendera’ i riflettori su retroscena inimmaginabili e inquietanti, sollevando dubbi circa le circostanze della sua morte.
In occasione della festa patronale di Sant’Antonio ad Amantea e’ stata invitata a esibirsi la tribute band ufficiale delle canzoni del grande Gaetano. Elemento di punta della band e’ proprio Alessandro, il nipote da parte di madre del cantante. Prima del concerto ho colto l'occasione di avvicinarlo sotto il palco per rivolgergli alcune domande.
Alessandro, com’erano i rapporti tra tuo zio e Crotone?
“Mi duole dirlo, ma erano inesistenti. Crotone non ha mai mostrato alcun interesse verso mio zio che li’ quando tornava sì sentiva un estraneo. La stessa situazione tocca a me. Tutti sanno chi sono, ma l'accoglienza dei Crotonesi anche quando ho suonato con la mia band e’ stata fredda.”
Nemo propheta in patria, mi viene da pensare ma mi trattengo dal dirlo e proseguo con l’intervista.
Rino era ritenuto da tutti un personaggio scomodo?
“Esatto -mi apostrofa il nipote- nessuno nell’ultimo periodo della sua vita lo invitava piu’ alle trasmissioni televisive. Lo avevano isolato a causa dei testi provocatori. Se la prendeva con i partiti, la Massoneria. Toccava tasti dolenti cercando di aprire gli occhi attraverso la sua musica.”
Alessandro, a questo punto ti rivolgo una domanda. C'è chi sostiene che l'incidente sia stata la simulazione di un attentato prestabilito. Cosa ne pensate a riguardo tu e la tua famiglia?
“Sappiamo che qualcuno sta facendo circolare queste voci, ma noi non le appoggiamo assolutamente” mi risponde lui secco. E prosegue. “Mio zio e’ morto in un incidente. Le altre sono solo chiacchiere. Io e mia madre non condividiamo assolutamente la versione che alcuni giornalisti stanno fornendo,così come abbiamo preso le distanze dal ritratto di mio zio che è emerso dal film di Carlo Santamaria, un bel film, fatto bene, ma il personaggio che ne viene fuori non è Rino.”
A questo punto non ho altro da aggiungere. Parte il concerto e un pensiero si affaccia. Qualunque sia la verita’, sono sicura che le canzoni del genio Gaetano continueranno a camminare e a parlare a tanti giovani che ora come ieri perseverano a lottare contro le storture, ricorrendo anche alla musica capace di arrivare al cuore della gente.