È raccapricciante il video del ragazzo di Lucca che minaccia il professore in aula e ancor di più l'aggressività di quei genitori che insultano gli insegnanti dei loro figli, restii ad accettare il proprio fallimento.
La nostra è una società malata, senza alcun dubbio. E la cartina a tornasole di questi disagi ormai patologici è proprio l'articolo del rispettabile giornalista Marco Serra nella sua rubrica L'amaca. In tale articolo egli sottolinea volutamente il divario tra gli alunni degli istituti professionali e dei licei, quasi i primi fossero da ritenere di serie B o C rispetto ai secondi sicuramente di estrazione più agiata, ma non di certo meno spocchiosi. L’analisi proposta dal collega Serra colpisce molto e nel profondo perché ci pone di fronte al fallimento di tanti anni di politiche progressiste tese ad arginare la cultura dei pregiudizi classisti. Se vogliamo arrischiarci nel vasto orizzonte della gioventù moderna e toccare argomenti quali l'educazione, i comportamenti e le velleità che animano i nostri figli e nipoti, vediamo che gli episodi di bullismo e di sfogata violenza non caratterizzano solo i cosiddetti ceti inferiori, ma in egual misura o forse maggiormente i figli dell'elite borghese compsta di notabili professionisti che poco tempo dedicano alla formazione dei loro ragazzi abbandonati agi materiali e scaricati dinanzi a un computer. Madri carrieriste, padri assenti assorbiti in tutto e per tutto da un lavoro che stressa ma non soddisfa. Genitori ragazzini che spesso si perdono dietro forti quanto effimere infatuazioni che rafforzano l’ego e detrimono il cuore. Il quadro della societa’ che vien fuori e’ variegato e avariato anche perche’ sembra proprio che alcuno voglia accollarsi la responsabilita’ di questo stato di cose, ne’ tanto meno impegnarsi per un concreto e reale cambio di rotta. Gli stessi insegnanti lamentano la difficoltà del loro lavoro non adeguatamente ripagato in termini di stipendio, ma non riescono a imporre la loro voce e farsi ascoltare dalle istituzioni. Scelte politiche sbagliate e una società sempre più fluida intaccano il ruolo del docente oggi costretto a trascurare la formazione dei ragazzi per sopperire a quelle lacune create dai genitori molto spesso anch'essi insegnanti.
Allora, che fare?
Sarebbe ora che la scuola inglobasse altre figure professionali da impegnare per alleggerire il carico di lavoro dei docenti ai quali il compito esclusivo di formare culturalmente i ragazzi. Educare, educandosi, perche’ no? Sarebbe bello se riscoprissimo il valore delle divise scolastiche e le insegnanti recuperassero il loro look serio e affatto provocante senza minigonne, tacchi a spillo e perizoma in bella vista. Un ritorno al rigore per tutti sarebbe piu’ che salutare per cercare attraverso l’ordine di tenere a bada comportamenti devianti che spesso hanno l’effetto nefasto di confondere i ruoli. Sarebbe bello che la scuola tornasse ad essere la scuola, affatto buona ma giusta.