Oltre 150 gli immigrati morti nelle nostre acque nel solo mese di gennaio ma questa notizia sembra essere passata sotto silenzio.

Ci sarebbe da chiedersi il perche' ma e' tanto ovvio quanto inaccettabile. Arrestare il flusso dei migranti sarebbe deleterio per chiunque risultasse invischiato nella cultura del malaffare, oramai tra consapevoli e complici, trattasi di una buona fetta di Italiani. Molti negheranno questa mia rilevazione riferendosi al cospicuo numero di cittadini animati di spirito caritatevole (cristiano?) che motiva a proseguire lungo la via dell'accooglienza. La presa di posizione pro immigrazione trascura l'incidenza di morti. Come mai? Sarebbe giusto chiedersi. A ben guardare sembra quasi che le uniche vittime siano quelle causate dall'atteggiamento irriguardoso( nei confronti degli sbarchi) coltivato da noi italiani. A voler essere precisi, le stime delle vittime del traffico di immigrati includerebbero non solo i naufraghi, gli accoltellati e coloro che subiscono violenza ad opera di una politica dell'accoglienza fuori controllo, ma tutti quegli Italiani che si sentono bistrattati da uno Stato che non ha piu' il suo centro nella tutela dei suoi cittadini. A comandare non si sa piu' chi sia in una nazione che ha perso la prua di una legittima sovranita'.
L'Italia e' una nave sempre piu' alla deriva dell'oceano Europa, per l'assenza di regole in grado di tutelare i cittadini e al contrario fomentatrici di una guerra intestina al popolo italiano. Tra favoristi e contrari si sta scatenando un odio non solo mediatico, che rischia di sfociare in qualcosa di ben piu' serio. E se il processo immigrazione non fosse che il pretesto per innescare una guerra civile mirata alla nomina di un dittatore? Un dittatore c'e' gia' e non e' una persona fisica. Per questo molti lo ignorano. E' il dominio delle banche sotto le direttive di chi siede sul podio di Bruxelles e ci vuole vassalli al servizio di un sistema politico altamente corrotto, teso a defraudarci di ogni autonomia di pensiero, di scelta e di azione. L'opinione pubblica regge piu' o meno consapevolmente il gioco sospingendo e orientando gli Italiani verso canali di critica estremi che non hanno come bersaglio l'inquietante tresca europea, ma l'immane esodo di vite. Gli eccessi di questo rognoso processo di destabilizzazione che parte dall'alto li stiamo tastando in questi giorni e hanno portato a un inasprimento di posizione sui due fronti contrapposti.
Il caso Pamela conta non una, non due ma ben tre vittime. E sigla il fallimento di un sistema culturale, quello occidentale fondato sulla contrapposizione etica di bene e male.
Il caso di una ragazza ammazzata in modo osceno passa al setaccio della cronaca che la bolla come tossicodipendente. L'esecutore materiale ha il suo attenuante nella pratica culturale da lui osservata. Infine, Luca Traini, il caprio espiatorio perfetto animato da odio razziale. Poco importa il mancato risalto dato all'identikit del giovane. Un disadattato con problemi psichici oltre che relazionali che andava, se non internato, per lo meno seguito con doverosa cura da una struttura specializzata tesa a riabilitare lui e quegli ndividui (oramai veramente tanti) che hanno perso la bussola. Non per colpa loro, sia ben chiaro, bensi' di una societa' assente, riflesso di uno Stato assente che destina i fondi non per sopperire alle necessita' dei suoi cittadini, ma per ossequiare una politica di accoglienza che e' tutta una farsa.
Se fossimo in teatro, arricceremmo il naso dinanzi a tanto stridore, ma siamo nella vita e nessuno fa niente, ne' tanto meno mostra alcuna indignazione.