Molti sono portati a chiedersi che senso abbia oggi il Carnevale con le sue burle e i travestimenti grotteschi, a volte scabrosi.
Sembra quasi che durante questo periodo la frenesia quotidiana inasprisca ulteriormente i toni, esacerbando comportamenti già di per se' esagerati. A ben guardare il Carnevale non rompe la routine ciclica a cui siamo un po'tutti soggetti, ma s'inscrive nella ruota dell'anno con superficiale ossequiosità.
A cosa serve mantenere in vita una festa che ha smarrito il suo principio d'essere nonché la sua autenticità? Piuttosto, sarebbe più sensata una controfesta in cui riscoprirci veri al di là dei ruoli che interpretiamo ogni giorno e che ci allontanano dalla nostra naturale essenza. E' assodato ormai, che la maschera nella civiltà odierna occidentale non rivela l'identità di chi la indossa, ma e' il pretesto sbagliato e sballato di apparire e farsi notare con clamore, obbedendo cosi' alla legge antietica in base a cui si e' , se si esagera.
Esagerare col fine di acquisire un posto nella società non obbedisce affatto allo spirito ispiratore del Carnevale, fondato sul principio di libertà, seppur di circoscritta durata. Tralasciando i connotati ritualistici e sacri alla radice del Carnevale, emerge come aspetto dominante il ribaltamento dei ruoli e quindi dell' intera scala sociale. Se nella società contemporanea la costante e' il disordine, nelle realta' antiche rigidamente sottoposte a regole ferree era l'ordine imposto dai potenti a determinare l'assetto della societa'. Il Carnevale era di conseguenza la trasgressione seppur legalizzata al principio di ordine imperante, allo scopo di tenere a bada i fermenti rivoluzionari di chi mal tollerava la posizione di oppresso e poteva minare la stabilita' sociale.
Di questo e altro ancora parla René Girard nel suo saggio La violenza e il sacro in cui lo studio dei rituali arcaici diverge totalmente dall'interpretazione in linea col pensiero ermetico, per fornire una lettura socio psicologica dell'insorgenza del Carnevale e di quella sfrenatezza spesso violenta, rintracciabile nelle piu' antiche feste dionisiache e bacchiche che hanno contraddistinto il cammino della nostra civiltà.