L'ingresso nel XX secolo apporta una ridefinizione delle conoscenze e di conseguenza ridisegna i contorni dell'universo femminile.
Se sul finire dell''800 la donna è presa dalla necessità di guadagnare un ruolo attivo all'interno della società, la donna agli esordi del Novecento non compie alcun passo indietro riguardo gli obiettivi sociali che tende a conquistare, ma, accanto a quella che possiamo definire immagine pubblica recupera sul piano della coscienza il filo che la congiunge alla femminilità ancestrale di cui è detentrice e della quale diviene testimone.
Il colonialismo inglese in età vittoriana spalanca nuovi orizzonti nel panorama culturale dell'epoca, importando da terre lontane elementi nuovi che conquistano dapprima sul piano estetico di piu facile seduzione, infine su quello spirituale. E' il tempo delle grandi esposizioni universali, propaganda assoluta del primato della civiltà occidentale sul resto del mondo. L'esposizione universale di Parigi del 1887 si inaugura con la presentazione al grande mondo di allora della torre Eiffel che diviene il simbolo di una coscienza economica che fa leva sulle nuove conquiste scientifiche e soprattutto tecnologiche rappresentate da materiali come il ferro e l'acciaio impiegati nell' edilizia moderna.
La scienza e la nuova spiritualità tracciano le linee guida di una società che non vuole ignorare i segnali che muovono nella sua direzione da lontano e che l'Europa si sente capace di gestire. Il primo film della storia del cinema che descrive l'ingresso del treno in una stazione francese girato dai fratelli Lumiere indica e rappresenta la velocità nell'innovazione con cui l'Europa si appresta a trionfare nel nuovo secolo.
Innovazione e conservazione s'intrecciano cosi inestricabilmente e all'insorgente spiritualità determinata dai sempre più approfonditi studi sull'inconscio, va affiancandosi la cultura spiritualista dal prevalente timbro esotico che sconfinerà negli indirizzi esoterici teosofici.
Tutto ciò si riflette nell'immaginario femminile. Se la donna ottocentesca si attiene ai connotati imposti dai rigorosi gusti aristocratici che la vogliono di una pomposità raffinata evidenziata dagli abiti ingombranti e piuttosto impegnativi, la donna novecentesca riscopre l'importanza della femminilità nelle linee morbide di abiti non più formato bomboniera, ma capaci di comunicare forti segnali di rivalsa al dominante universo maschile. Gli abiti stile impero consegnano un'immagine di trionfo che la società occidentale non è minimamente intenzionata a deporre e il Colonialismo ne da' testimonianza. Le acconciature matronali sorrette da tiare e fermagli lanciano segnali di inoppugnabile opulenza in cui il prestigio occidentale detta le sue regole nell'apertura a nuovi orizzonti.
Gli studi antropologici sempre più perfezionati e intrisi di nuove conoscenze che sconfinano nel confronto con le religioni arcaiche e con gli indirizzi mitologici riconducono la donna alla sua superiorità nel campo magico spirituale, rimarcando l'aspetto del mistero che le è proprio. La donna ritorna nobile vestale, espressione di quella profondità inarrivabile per l'universo maschile che può limitarsi solo all'adorazione. Sono gli anni di Broadway, delle pose estremamente teatrali in cui con l'artificio dell'esagerazione il teatro riscopre la sua vena più autentica. Tiare, tube e turbanti, cuffie piume di struzzo imprimono ideali di forte femminilità nell'osservatore sottolineata dai bistrati della matita koll che ottenebra lo sguardo risaltato dalle pellicole in bianco e nero e dalla pelle luminosa effetto diva.
Il mondo della nascente Hollywood è appunto un mondo di giochi di luce ed ombra, di effetti che stupiscono la gente comune che può solo sognare e sforzarsi in piccolo di trarre ispirazione dall'effetto platino. Moda di celluloide: il cinema, la donna, la sua immagine di Silvera e Somarè riguardo a quanto detto è più di una galleria di foto degli esordi del divismo. E' uno strumento di approfondimento visivo sui grandi nomi dello schermo primo novecento e dei costumisti che hanno saputo rimarcare il prestigio delle grandi star. Nomi come Gloria Swanson e Greta Garbo hanno segnato un'epoca che, seppur tramontata, lancia ancora attraverso il vintage forti barbagli ed è capace di ispirare una modernità priva di gusto, nonché di costruttiva genialità.