Nulla riesce a evocare emozioni in natura, quanto il passaggio lieve, a volte burrascoso delle nuvole, il loro traghettare muto, a volte fragoroso, che congiunge l'animo di chi le osserva da quaggiù alla dimensione dell'intangibile.
Le nuvole da sempre s’identificano con la soglia che apre all'intuizione divina, solleticando fantasie di idealità e di purezza che hanno l'approdo nelle vie ancora inesplorate degli strati inconsci. Le nuvole sono per antonomasia i confini evanescenti entro i quali il sogno sbroglia la sua azione divina. L'antico Ermes, il dio messaggero, calandosi inaspettatamente dal regno iperuranico, tramite i sogni comunicava con l'uomo, utilizzando un linguaggio sordo alla materia, astruso per la ragione (non a caso il termine ermetico deriva da Ermes) costituito di simboli e immagini metaforiche che albergano sotto le vesti multiformi della transitorieta’ e descrivono il Vero, a volte conducono ad Esso.
Il fascino delle nuvole e il richiamo alle realtà sottili, impercettibili risale alla notte dei tempi e abbraccia, con sfumature sorprendentemente affini, le grandi civiltà che hanno attraversato la storia. Il saggio Il simbolismo delle nuvole di Jacqueline Kelen edito dalle Edizioni Mediterranee, è un nutrito viaggio nei mondi del passato che ancora ci lanciano echi dalle immaginifiche rappresentazioni che trovano la loro concreta collocazione nei Miti. Il tempo è di per sé evanescenza, una dimensione precaria o durevole, comunque sia fuggevole sul palcoscenico dell'esistenza che punta la prua al di là dell'umano e conosciuto percorso.
Il simbolismo delle nuvole è pertanto di un’ attualità sconvolgente che nella sua originalità avvicina culture lontane nel tempo e nello spazio, facendo parlare dei e profeti, sciamani e veggenti che sanno intrecciare un dialogo con gli uomini di oggi ancora in grado di rispolverare antichi racconti e aneddoti intrisi di superstizioni, imbastiti ad esempio sul fascino tetro, presago di sventure, di un cielo nero e nebbioso non a caso ospitato nell'inferno dantesco, così come nella narrazione gotica anglosassone.
Le emozioni ancestrali risorgono alla luce da antri e caverne ancora oggi, seppur ostacolate dal disincanto di chi, colpito dalla frenesia della quotidianità, non si sofferma sul linguaggio del cielo e ancor più non è in grado di carpirne il fascino.
Leggi la poesia: La pineta