L'abbraccio è protezione e oscurità. Contrazione e accentramento. Espressione della circolarità che nutre ogni cosa.

Al principio eravamo nell'abbraccio di Dio, poi la sintesi è divenuta racconto e la vita, assimilazione e scorrimento. La sfera, punto di riferimento, contenimento ed accelerazione nel momento in cui si rapporta alle coordinate spazio tempo che esemplificano la monade femminile. Il cerchio ripropone l'istante prima della libertà che l'uomo nella sua esperienza terrena ha tradotto in liberazione. Si può uscire da ogni luogo ma non da se stessi e ciò penalizza il rapporto felice dell'uomo con il suo Se'. L'abbraccio all'origine era il buio della caverna, ma siamo nati per cercare la luce che definisce il passaggio al divenire.
L'autunno è la stagione dei gusci, delle tane al buio che conservano radici. L'inverno, del sole interno che spinge verso nuove rinascite. La luce allora e’ sfida per le vie del deserto del mondo e cio’ lo traduciamo in Destino. La follia è di colui che ha la vista interiore aperta, altro è il cieco che conosce pur non vedendo e su questa differenza si delinea la distinzione tra tragedia e mito.
Le gabbie della mente sottolineano la frattura col mondo e l'insistenza a permanere nella chiusura. Il contorno invece esplode nei suoi racconti quando all'esperienza pregressa di abbraccio contenitivo e protettivo subentra quella di costrizione a cui solo la tradizione del tramandamento può creare vie di fuga, subentrando al tema del Destino. In questo la socialità svolge un ruolo capitale. Essa è capace di trasferire l'ombra nella luce e le tenebre nei luoghi del sole, adducendo variazioni al tema della Morte. Per questo una società che non produce epica, porta l'uomo alla sua sconfitta. L'esaltazione dell'umanità è possibile solo se trasferita sul piano del racconto verbale o comunque immaginifico o comunque vibrazionale, perché attraverso il confronto con altre vie si stendono nuovi orizzonti che ci fanno essere oltre e ritrovare noi stessi, nell'abbraccio primordiale che ci vedeva un tutt'uno col nostro principio.

Partendo da qui, il libro da me consigliato è “Guida alla lettura del 'Libro Rosso' di C.G.Jung" di Bernardo Nante. In questo saggio l'autore cerca di spiegare in modo esauriente il pensiero di Jung sull'immaginario che plasma la cultura dell'individuo in relazione al passato di altre vite e diviene trampolino di lancio per il futuro. L'individuale e il collettivo si mescolano e proprio dall'interazione dei due si svolge e si libra il potenziale creativo insito in ciascun individuo.