Ci sono luoghi impregnati di noi, nonostante non ci siamo mai stati. E poi ci sono loro, i luoghi dei sogni. Nel sogno ritroviamo posti cari che parlano di noi, ma è anche vero che ci sono luoghi che noi vediamo e visitiamo per la prima volta all'interno di un sogno.

Nei sogni siamo esploratori di noi stessi e i luoghi che noi portiamo alla luce sono presenze guida di questi percorsi esplorativi. luoghi siamo noi. Sono rappresentativi in profondità della stratificazione di noi stessi. Essi ci ricongiungono alla meta, a un traguardo assopito quando siamo svegli.
I luoghi sono guardiani e custodi di un messaggio nascosto. L'angolo di quella stanza, un dettaglio insignificante come lo spigolo di un tavolo richiamano più vite che sono proiezione del nostro inconscio. La famiglia che non si ha più, si ritrova lì intorno a quello spigolo ricettacolo di anime o metafora di una deviazione imminente. Se è vero che la vita è sogno e che sognare vuol dire svegliarsi e recuperare questa visione del reale, ognuno si percepisce come anima riflesso del sole interiore che da svegli riconosciamo al di fuori di noi e identifichiamo con Dio. Allora lo spazio e il tempo non sono che variabili illusorie atte a comprimersi e ad espandersi alle pulsazioni della vita scatenata dall'amore. Nell'amore assoluto le variabili si contraggono fino a svanire, nelle altre forme di amore più leggere lo spazio e il tempo si assottigliano o si espandono alle vibrazioni del cuore.
Io sono in te e tu sei in me. Gesù ci ha insegnato l'amore, sfida e superamento di tutte le certezze fisiche.
E’ questo l'esempio più grande di amore. L'amore prende forma e concretezza attraverso Gesù, una meteora che spacca il cielo visibile per riaccorparci in Dio attraverso la Croce.

Il Libro dei morti degli Antichi Egizi è attribuito al dio lunare Thot, il dio della conoscenza e nel libro dei Sarcofagi si ritrova l’Iscrizione di Osiride Io Sono te e tu sei me. Qui si ipotizza alla base dell'organizzazione e degli equilibri dell'Universo una trama di riflessi che agiscono in espansione. Un testo enigmatico quello dei Morti, una raccolta che tra formule e riti magici si fa interprete del forte legame che per gli antichi Egizi esisteva tra questa realtà e l'aldilà. Un legame che però al di là degli assembramenti alchemici, non contemplava l'amore quale chiave di sublimazione. Col Cristo, nel quale coabitano vari riferimenti a culture millenarie precedenti, il parallelo tra le variabili in campo fisicomatematico cede il passo alla contrazione dell'energia spirituale più pura erogata dall'amore. Io sono te e tu sei me attraverso la morte dà alla luce il terzo elemento, il prodotto delle dualità separate che permette al due di ritrovarsi nell'uno e viceversa. Ed è su questo piano che lo Spirito Santo, conosciuto dagli Apostoli cinquanta giorni dopo la Resurrezione del Cristo, diviene espressione di quella forza centripeta che ci rende tutti in Cristo, simbolo incarnato di Dio Padre, indifferentemente, e la Fede ne è l'agente e il collante.