Il volto è l'immagine del sole in quanto si mostra a noi. Il volto dell'amato poi, è la divinizzazione del sole e racchiude il senso del viaggio.

Che la rappresentazione iconica del dio sia fissa o esprima movimento, ha in sé l'intenzione intrinseca, e quindi simbolica, di risvegliare nell'occhio umano il racconto impersonato da quel dio. L'icona del dio classico (greco romano) esprime quindi il concetto di eternità che ritroviamo nella successione temporale impressa nel movimento che indica un’uscita e un rientro a cui corrisponde lo stadio del futuro. Nell'iconografia orientale l'idea di movimento è tracciata dalla danza che è un'esperienza legata al presente attraverso cui si snoda la Creazione intesa come processo continuativo e affermativo del Presente. L'Eterno Presente di cui si nutrono la saggezza e il misticismo orientale è l'istante avulso da ogni congettura o implicazione logica che allontanano dall'impulso creazionale. Ne deriva che, mentre l'atteggiamento religioso di matrice mediterranea ha in se' il concetto di sviluppo, inscritto in una teoria pedagogica discepolare, la via del Maestro concepita dall'Oriente splende di un sole punto di arrivo racchiuso nell'espressione di profonda beatitudine del Buddha. Il Buddha con gli occhi chiusi è sole e luna che indica il risveglio interiore necessario alla liberazione dal Samsara e il superamento del Dharma inteso come legge che regola l'Universo.

La saggezza e il silenzio pertanto sono nel Buddha rappresentazione e invito al distacco necessario per cogliere il Se'. La struttura narrata della teologia classica prevede un particolare significato attribuito al futuro inteso come frattura dal precedente stadio. L'evoluzione deistica è guida e riflesso dell'evoluzione umana che ha senso nel momento in cui l'uomo ritrova se stesso. La struttura filosofica socratica si fonda su questo nodo attorno a cui si moltiplica la tessitura tragediografica. Il mito di Orfeo assume pertanto colorazioni psicoanalitiche che pongono al centro il ritrovamento di se stessi rispetto alla relazione amorosa. L'uomo ha bisogno della luce e forse, la conquista della Luce è esaustiva e annullamento di ogni altra compensazione.
Il mito di Orfeo cantato e rivisitato anche in epoca moderna non finisce mai di solleticare nuovi stimoli analogico introspettivi andando oltre la cultura di provenienza e insediandosi tra le pieghe dei turbamenti emotivi all'alba del Decadentismo attento alle vicissitudini dell'inconscio più profondo. Ed è proprio nel talento del poeta Rilke che trova la sua massima rivisitazione, nell'opera dal titolo Orfeo. Euridice. Hermes ispirata alla tragedia dell'uomo moderno agitato dalla continua ricerca di se stesso.