Il pudore è l'antro del mistero. È la luce che filtra dalle grate dei castelli. Il pudore è della vergine che si fa donna e diviene maestra di se stessa.
La vergine insegna alla donna a conservare se stessa aprendosi e offrendosi alla propria natura acquisendo in cambio l'immortalità che si fa concreta con la maternità.
La donna nel pieno dominio di se stessa è un fiore sbocciato nella sua radiosita’, in grado di mantenere la preziosità delle sue origini.
Il fiore è il calice che si fa dono alla vista e al cuore, introducendoci al mistero più profondo che va oltre la vita stessa e diviene tradizione. La tradizione e i simboli si fondano sulle immagini e su questo punto s'innesta la cultura subterranea del calice in relazione alla cultura graalica. La Natura insegna con i suoi corredi esperienziali di immagini, qualificando l'uomo a essere che contiene Dio. La profanita' si ferma a un livello denotativo, recalcitrante rispetto alla sapienza anagogica che parte dall’esperienza analogica insita nella Natura per poi ascendere all'Uno. La luce che s'intravvede porge il sentore di una pienezza che solo attraverso il percorso all'interno del mistero è possibile raggiungere.
La figura della donna nella cultura cortese è anima e guida della via anagogica e il suo sorriso enigmatico è porta di accesso a ombra e luce.
In Leonardo il Medioevo respira insieme a tutta una linea esplorativa che è troppo misero definire semplice background dell'evoluzione rinascimentale. Il quadro della Gioconda ci catapulta nell'antro di un mistero che riconduce l'uomo alla necessità di svellere le ombre della corteccia esperienziale per ritrovare la propria autenticità e in questo meccanismo dinamico la donna è ancora una volta musa e guida. Il sorriso della Gioconda indica e svicola, accenna a un itinerario progressivo e al tempo stesso regressivo, di ritorno a un'origine che respira al di fuori delle conquiste accademico riduttive, ampliando l'uomo con l'intenzione di includere nel sé l'androgino. Ed è proprio il percorso su questa traccia che consentirà allo scrittore Mario Alinei di cogliere nella Gioconda il corrispettivo femminile di Leonardo. Il percorso che segue lo scrittore all'interno del saggio Il sorriso della Gioconda parte dall'analisi di artisti e scrittori a confronto col sorriso enigmatico della Monna Lisa ritratta, diventando altro di volta in volta, fino a compiersi nel soggetto ritraente. Essa è quindi il riflesso speculare ed enigmatico dell'artista, frutto di studi ed esperienze che sfondano il muro della Scienza, disperdendosi negli emisferi stellati di altri ambiti fino a giungere nella sua immacolata segretezza a noi.