Il cielo riempie e colma le imperfezioni. Lo spazio è in se’ bellezza e concepimento delle immagini. Da qui, se il Nulla è l'inesistente anche sotto forma di pensiero, il Vuoto è il Pieno, ciò che da' la forma.

Il Nulla esprime l'assenza totale, il Vuoto invece, secondo i sistemi filosofici greci e non solo, in quanto tale, ha al suo interno i germi della vita. Il Vuoto è lo spazio che ospita l'Universo. È l'utero primordiale che ha generato il tutto. Con l'allontanamento dal Se’ che ha prodotto il decentramento rispetto a Dio, l'uomo ha concepito il significato illustrativo degli archetipi.
L’immagine interiore è l'incipit e indica il passaggio in chiave temporale e non solo dal Vuoto come pensiero creativo al Tutto. Conseguentemente si ha lo spostamento di Dio da trascendente ad immanente, che rende possibile la congiunzione a lui di ogni cosa, animandola dall'interno.
L'immanentismo, che esclude o a seconda integra le teorie trascendentali, crea dinamicità tra le varie culture, specificandosi e determinandosi all'interno di esse.
Il concetto primitivo riscontrabile in tutte le argomentazioni a carattere ontologicometafisico prima che teologico riguarda la genesi del Vuoto.
Le teorie relativistiche novecentesche che legano gli studi psicanalitici sull'inconscio all’evoluzione delle leggi della Fisica ispirate alla nuova concezione della materia hanno dato luogo a nuovi fermenti a volte contrapposti riguardo alla lettura dell'interiorità.

L'individuo contiene il Sé, ma il Sé non è l'Io. Questa enunciazione viene recuperata dai primi sistemi filosofici che pur riconosciuti nella culla per antonomasia delle civiltà con sede nel Medio Oriente abbracciando la Mesopotamia e portandosi più in qua fino in Grecia, ha molto in comune con il Pensiero Orientale e Nord Occidentale facente capo alle civiltà sciamaniche.
Jung, allievo di Freud, ha indagato le radici delle culture più antiche. Proprio queste gli hanno ispirato le teorie dell'inconscio a loro volta montate sulle affermazioni freudiane riguardo al linguaggio dei sogni. (vedi L'analisi dei sogni. Gli archetipi dell'inconscio. La sincronicità di C. G. Jung)
Il sogno è l'immagine che si crea nel sonno, secondo Platone il quale, a differenza del suo successore Aristotele, non sa dare una definizione analitica. Il sogno matura nello spazio vuoto ridefinendolo e contrapponendolo al nulla. Il Pensiero espande espandendosi. Il sogno è quindi un'esperienza creativa che nasce all'interno e investe l'esterno. Il Nulla invece resterà Nulla rimanendo inquadrato in una inindagabile sfera di autonomia.

Il Vuoto è il silenzio di preludio all'alba che contiene i fermenti di ogni singola vita, mentre il Nulla è ciò che si sottrae al linguaggio perché altro. Questa posizione dialettica è alla base delle teorie moderne della Semiotica, la scienza propria dei sistemi interpretativi dei segni in relazione a un testo scritto o a un'immagine. La Semiotica ha in sé tanto dell’incipit della Creazione relativo alle culture sciamaniche e al linguaggio runico. All'origine c’é l'androgine sciamano, l'archetipo del Se' attraverso cui il sogno ha dato vita a ogni forma esterna. (vedi a proposito Soul Retrieval di Sandra Ingerman).