Il mare è perdersi. È il luogo del destino che accoglie le singole vite.
Da sempre accostato all'immagine dell'Infinito è costante andirivieni e cambiamento. Il suo umore oscilla tra correnti interne e carezze del vento, a volte vere e proprie tempeste che scatenano il sublime. Il mare ha il suo fiato e il suo Destino indecifrabile per chi vive al di fuori di esso. Da qui l'archetipo dei pesci che vivono dentro una dimensione a noi impossibile e come noi incapaci di esistere al di fuori del loro ambiente.
Il mito del diluvio ricorrente in tutte le culture antiche diviene la soglia dell’impossibile, superata la quale si viene ammessi a una nuova realtà. Il mito degli eroi è quindi legato a quello del Diluvio che azzera per ripartire.
L'immagine del mare è suscettibile a svariate interpretazioni a seconda delle epoche di riferimento il cui comune denominatore resta l'insondabilita' e l'irrazionalita'. Si viene travolti dal mare nel momento in cui è impossibile relazionarvisi, cosa che ben riesce, ma non sempre, a fare il bravo navigante. I marosi flagellano come cavalli impazziti lasciandoci riscoprire il valore spesso calpestato della terraferma. Dal mare traiamo forza e nel mare ci annulliamo, vita e sconfitta. Ma nel mare c’e’ posto per chiunque ed è proprio su quest'ultimo aspetto che si concentra la letteratura tardonovecentesca ben rappresentata dal romanzo Oceano mare di Baricco.
Se nell’Ulisse di Joyce la vita travolgente e allo stesso tempo anonima nel suo svolgersi esteriore combacia con quanto avviene nel nostroinconscio, nel capolavoro di Baricco il mare è la tavolozza che assembla varie storie di vita il cui elemento comune e di svolta è proprio la presenza del mare che in ciascun perspnaggio diventa metafora oltreche' esperienza di vita. La pensione diviene quindi luogo di confronto e ricettacolo, placenta universale che schiude lo spirito rivelando segreti e retroscena. Baricco tra i numerosi spunti che offre rispolvera l'antica convinzione che il mare genera apertura tra chi lo vive, intessendo legami a volte frastornanti ma sempre altisonanti di un divino che seppur non compreso, accade.