Il tema dell'amore perduto è ricorrente nei testi romantici portati a considerare il presente nel suo nostalgico ripiegarsi verso quella condizione di gioia e armonia d’incanto spezzata. Piu’ che la passione, la tradizione romantica tende a rivalorizzare la condizione di appagamento totale dei due amanti nel fluire implacabile del tempo.
La fine di una relazione sembra precipitare l’uomo tra i marosi della vita, a cui si associa l’immagine del navigante nella tempesta che riecheggia in La ballata del vecchio marinaio di Colleridge . Anche laddove non è citato espressamente, l’amore perduto investe le eta’ dell’uomo riproponendo la dissoluzione dell’armonia primordiale che ha condotto l'umanità alla caduta nel tempo. L’industrializzazione inglese portera’ il maturo Wordsworth a riflettere sullo sradicamento dell’uomo dalla sua condizione primitiva in perfetta armonia con la Natura, risuonando di perdizione. È questo uno dei temi ispiratori del rock dei primi Anathema, storica band di Liverpool, ai suoi esordi negli anni 90. Costituitisi col nome di Pagan Angels cavalcano l’onda rock in voga in quel momento e ben rappresentata dai Paradise Lost e dagli svedesi Tiamat, altra band celebre, incline inizialmente a ricreare la magia della Natura attraverso l’ausilio degli effetti elettronici ben ponderati.
L’ingresso nel nuovo millennio lasciava vibrare retaggi della cultura medievale tra superstizioni ed entusiasmi che ventilavano la necessita’ di azzerare tutto e ripartire con una umanita’ nuova sorta sulle ceneri di un’epoca marcita nel suo materialismo. Le influenze epiche che si respirano nell’album The silent enigma rimandano nelle citazioni dei testi alla mitologia classica, ancor piu’ per le atmosfere costruite al mondo nordico del ciclo arturiano e della precessione degli equinozi tramite la quale alla fine dell’Era dell’Acquario si verificherebbe il ritorno dell’Eta’ dell’Oro. Un nuovo orizzonte spirituale che esulta sulla morte e che dalla morte trae la sua affermazione riecheggia in brani come A dying wish. Qui l’energia del black metal espressa dalla voce cupa e arrochita del cantante,nonché dall’uso sferzante e martellante della chitarra elettrica lascia riverberare il mondo degli antichi eroi, riuscendo a coniugare le istanze di un remoto passato con il presente.
Gli Anathema successivi mantengono la loro originaria impronta gotica riassestandosi su nuovi equilibri in cui la melodia ha la sua rilevanza. Gia’ in Alone la malinconia cosi’ tipica del popolo anglosassone lascia presagire il taglio evolutivo conferito dalla band alla sua musica che perde la ruvidezza del death metal, restando ancorata allo spirito primitivo che campeggia nelle civiltà nordiche.
VIDEO: Anathema - The Silent Enigma (from The Silent Enigma)