Con la ragione siamo nel tempo. Agiamo, pensiamo riflettiamo nel tempo spazio che riteniamo basilare al nostro universo, eppure, al di la’ del tempo lucido che ci impegna nel suo trascorrere vi è il tempo del non pensiero e della vera e propria creazione.

Il nostro Se’ e’ sede del divino che e’ in noi e che noi contribuiamo ad elevare dal profondo ventre dell’interiorita’. Con questa operazione gli diamo voce proiettandolo nella dimensione dell’arte. Il tempo dell’arte e’ quindi dissociato dal tempo lucido o effettivo. Esso dispiega le ali che tendono a pescare dall’oceano intetiore immagini purissime e primitive patinate d’oro. L’oro e’ nelka bocca del giorno ma l’oro e’ innanzitutto dentro di noi. Le primissime emozioni risvegliare dall’esterno sono oro. La vita e’ pertanto una pesca continua di quei gioielli che ci apoartengono e che denudiamo riportandoli al vero della coscienza in un tempo dislocato sul piano dell’atemporalita’ differente dal tempo lucido della ragione.

L'oro brilla, esulta sulle tenebre, spicca sulla morte divenendo promessa di eternita’ come ben ci hanno trasmesso nei millenni gli antichi Egizi. (vedi L'Egitto di Sergio Donadoni). Per il popolo egizio di oro era la pelle degli dei e lo estraevano separandolo dalla quarzite. I primi giacimenti risalgono alle civilta’ mesopotamiche e gli Egizi da queste hanno appreso l’arte di estrarlo. L’oro ricongiunge alle divinita’ e al Sole, dio supremo, in quanto incorruttibile. Il sole, materia splendente, e’ oro che flette le tenebre e le richiude nel sepolcro sotto la piega dell’orizzonte sopra cui regna l’emisfero superiore.
Il mattino ha l’oro in bocca usiamo dire e senza volerlo recuperiamo le origini del parlato , l’oralita’ che ha attinenza con l’oro non solo nella derivazione etimologica. La parola buca il buio interiore. E’ emissione solare dagli antri lunari. E’ il volto runico di Dio, prima di essere simbolo. Il decadimento della parola ha come effetto il precipitare nell'eta’ del conflitto e della guerra. Infatti, l’eta’ del ferro ha determinato l’allontanamento dalle virtu’ superiori espresse per via alchemica con l’indissolubilita’ dell’oro. Il decadimento della parola divenuta argento, ha fatto si’ che il silenzio assumesse la regalita’ solare prima attribuita alla parola. Nei tempi moderni la parola ha perso la sua valenza simbolica divenendo segno e puro strumento circoscritto alla comunicazione.