La vita trova il suo senso nell'educarsi all'amore e alla bellezza. Riguardo all'amore, diffusa è l’inclinazione ad amarlo a prescindere dall'oggetto di questo ampio sentimento
Amiamo l'amore e per questo spesso si trascura l'oggetto amato. Amare l'amore è e rimane pertanto un'idea che finisce col travolgere intere esistenze consumate nel nulla. I Don Giovanni, i Casanova sono modelli di quel tedio uggioso e svogliato allo stesso tempo che fa riflettere sull’assioma che la vita in ogni caso merita di essere vissuta. Si vive per amare al di la’dei fatui amoreggiamenti che ci distraggono in un subdolo gioco di proiezioni e narcisismo e finiscono con lo sfregiare l’amore in se’.
L’amore e’ un tema trattato nell’arte e mai consumato perche’ rimanda al mistero dell’esistenza stessa non indagabile solo sul piano biologico. La fusione e compenetrazione vissuta nell’atto d’amore da’ adito a piu’ intuizioni e riflessioni che nel caso vi sia quella sensibiita’empatica tra i due singoli coinvolti, acquistano carattere magico e catapultano nella dimensione sovrasensibile. Il grande autore tragediografo e commediografo che colpisce per lo spessore psicologico attribuito nelle sue opere alla figura degli innamorati e’ indubbiamente William Shakespeare in un’epoca in cui il Rinascimento italiano al suo tramonto pullulava di nuovi fermenti indipendentisti nei confronti di una religione, quella della Chiesa Romana sempre più assetata di prestigio e di potere. La donna rinascimentale muove i fili della societa’ agendo in ombra da spietata seduttrice o arguta consigliera. Il suo ruolo sembra sfuggire alle trame del superato Stilnovo in cui riecheggiava un’immagine rasserenante della figura femminile quasi sfuggente nel suo angelico apparire. Da guida spirituale diviene tessitrice di ingegnose trame politiche che la rendono un po’ maga e un po’ strega per la sua facolta’ di riuscire a gestire e veicolare legami d’amore al fine di lussuriosi traguardi.
Gli amorosi intenti trovano tragica e fiera evoluzione nello spirito dei lavori shakespeariani di cui si apprezza una verita’ metastorica per nulla ammansita da calcoli o congetture. L’eroicita’ dei drammi shakespeariani rimanda ai contenuti che saranno propri dell’Ermetismo seicentesco anticipandolo nella forma con quell’empatia alchemica che fa della vita fioritura di magie. Dietro i camuffamenti di ruoli ridondanti della commedia plautina Shakespeare riesce a portare in scena la vera essenza, da indagatore e denudatore di anime. Le affinita’ amorose che ritroviamo in Sogno di una notte di mezza estate riconducono al motivo medievale nordico della pozione magica combinata all’elemento del sogno in cui l’anima e l’appartenenza amorosa di disvelano prendendo corpo nel reale.
Il gioco dei ruoli tra inganno, apparenza e sostanza assume un colore pedagogico nel La bisbetica domata in cui l’ amore, unico agente della trama, sa condurre nella sua spontanea naturalezza a un disvelamento più che trasformazione, portando la donna a trasferirsi su un piano superiore rispetto ad ogni etichetta indotta dall’ambiente di cui sacrificatamente e’ parte.