Non esiste attesa senza nostalgia anche di ciò che riconosciamo privo di ricordi
La casa della memoria vacilla tra i flutti della vita, ma resta salda e ancorata a ciò che le sfugge e che pur sente appartenerle. E’ un faro sperduto La nostalgia tra gli orizzonti della notte che sembra richiamare l’anima a un fragore lontano e irriconoscibile. La casa in cui brilla il fuoco della vacillante memoria è l'anima della donna che da sempre si protende sui dossi della letteratura esistenziale, arranca tra il sordo dolore e una scintillante poesia.
Virginia Woolf può essere additata a paladina del mondo sommerso dell'anima che fa rispuntare l'essere allorquando questo sembra smembrarsi tra le maschere dell’inverosimile. E, piu’ scarna e’ la trama dei romanzi, tanto piu’ alto e’ lo spessore dell’anima impugna le note del tempo. Gita al faro di Virginia Woolf è l’esempio calzante di cio’ che avvertiamo dentro di noi inafferrabile e bello, mai canzonatorio ma forse beffardo nel suo negarsi. Ricollegando lo scritto all’autrice, emerge chiara tra le righe la ricerca di un’armonia esistenziale in un tempo, a cavallo dei due secoli Ottocento e Novecento, in cui la donna sentiva di doversi svincolare dal suo destino socialmente riduttivo di semplice guardiana del focolare o al conteario di semplice ammaliatrice di sguardi. I tempi cambiano le sorti, e gli archetipi ritornano in auge esplorando aspetti dell'essere intrecciati nella diade maschile e femminile. E proprio la dualita’ in cerca di realizzare quel filo sottile tra un uomo e una donna sconosciuti che ritroviamo nel romanzo, forse il piu’ maturo della Woolf, dal titolo La signora Dalloway.
L'animo inquieto e spiccatamente femminile della Woolf fa capolino tra le crepe di un'immaginario indomito e solo offuscato in cui la donna e il suo embrione piu’ intimo marciano a ritroso verso luoghi non compiuti. La nostalgia e’ cadere tra le braccia del desiderio puro mai sperimentato che lontano dalla vita può salvare anime maledettamente vissute tra sballottamenti e precari e mai agognati equilibri.