I poeti, sale sulle mani, sono perlustratori del mondo a cui versano lacrime di gratitudine. Sono gabbiani sul bianco che nessuno salverà allo scoccare della primavera

Bianco su bianco è il destino dei poeti che visitano di luce i meandri del bosco, inneggiando all’amore incontrato in volo e mai conosciuto. Di una nostalgia impalpabile è unto il cuore dei sensibili che come arma hanno la potenza della voce e l’eleganza dell’arte.Così sono i poeti, di un affetto insaziabile, cinici e irrequieti lontani dalla pietà del Paradiso. Cantori di romanze e inneggiatori della Natura. Negli animi di tutti loro serpeggia una vena di candore scivolato sul duro marmo della vita. I disillusi come i capitani di mari ampi contemplano la bellezza nel deserto, risuscitando Montale o Ungaretti che indugiano sulla vacuità dell'esistenza.
Sono paesaggi viventi i poeti, sempre in rivoluzione col mondo che accompagnano portandosi le croci. Non c'è ateismo né chiusura a un Dio avvolto in sontuosi artifici tra le note dei sensibili. Loro credono in un sentire che scava il tronco e raccoglie la ninfa di una semplicità e fragilità invisibile. Innocenza nei pensieri o aspro dilaniamento in un misto di sinistra sfuggenza si coltiva leggendo i poeti maledetti a cavallo tra i due secoli, due mondi in spigolosa continuita’. Il poeta e’ un ramo irrigidito dalle intemperie e restio ad arenarsi su una frequentata spiaggia.
Sì è pazzi di quell'amore che sempre siamo condannati solo a sfiorare nel perdurare di altre cose? Sembra sussurrarci Alda Merini dalle dolenti lenzuola di una febbricitante pazzia. Il poeta comunque sia e’ un infante incapace di badare a se stesso, ma che si carica sulle spalle i malanni del mondo, smussandone i contrasti nel suo vellutato pensiero. Ecco i poeti, anime sensibili! E non vanno reclusi né calpestati, ma protetti dalle insidie della dimenticanza.
Se i sensibili non si amano, che sia il mondo ad amarli come un salvagente fruttuoso alla deriva del mare.