Gli archetipi restano, frantumano i confini del tempo riecheggiando in una luminosa sensibilita'. Gli archetipi sono la nostra conoscenza innata, il profumo di Dio che alita sul nostro cuore rendendoci umani e divini.
Il mito dell'invincibilita' umana slegata dai percorsi della vana gloria cosparge di senso la letteratura dei miti che oggi ritornano ma con una certa sfuggenza e una miriade di interpretazioni finalizzata a riavvicinare la modernita' ad antichi valori e ideali ridotti a insulso folklore. I miti richiamano ma rivestiti di una luce pregna di superficiale nostalgia che non trafigge le tenebre ed illude l'alba. Uno dei personaggi che oggigiorno e' accerchiato da una illusoria attenzione e' sicuramente il cavaliere Parsifal stravolto da un'entusiastica riqualificazione del mondo medievale al quale tra l'altro fa riferimento in modo riduttivo.
Come tutti i Miti degni di menzione sovraepocale e ricondicibile ai connotati metastorici dei quali sono veicoli pulsanti, Parsifal e' molto di piu' di quell'esempio di Cristianita' avulsa dai giochi di potere della Romana Chiesa in espansione nei freddi territori anglosassoni. Esempio di purezza in un'epoca in cui i soldati di ventura si offrivano come mercanzia bellica al miglior padrone, Parsifal sa trasferire messaggi sfruttabili da una intelligenza storica contestualizzata e circoscritta alla cultura feudale. Parsifal e' molto piu' di un soldato investito da un re per altro simbolo di una cultura, quella pagana recalcitrante a cedere lo scettro a una sempre piu' consolidata realta' europea che spinge dal basso in nome di un un uomo crocifisso e poi risorto, figlio spurio della cultura ebraica. Il fatto che fosse dal nome legato alla civilta' druidica confluita in quella templare (Parsifal=valle chiara) o a quella persiana (Parsifal=fiore puro) ci suggerisce il carattere spietatamente universale dell'eroe simbolo di una ricerca interiore che lo distoglie dai pusillanimi interessi di potere che ruotano attorno al mondo feudale.
Parsifal e' quindi espressione di quel cavalierato spirituale che non oltraggia la scintilla divina riposta in ciascuno di noi e che solo riesumando la propria identita' interiore e' possibile riscoprire.
Il poema del Parzival attribuito al tedesco Von Eschenbach e' incentrato sul tema del viaggio. Un viaggio metaforico che porta il personaggio Parsifal ad abbandonare i suoi servigi di cavaliere e a seguire il proprio richiamo interiore. L'autore si lascia cosi' guidare da un impulso iniziatico che mette in luce un'idea moderna e perigliosa del viaggio come percorso formativo verso la luce. Egli nel poema sottolinea l'importanza di acquisire la distanza dal mondo materiale per chi sceglie di incamminarsi lungo il sentiero visibile e soprattutto interiore alla ricerca della Verita', un lato del poliedrico e straordinario volto del Sacro Graal.