L’apertura, la fioritura di un’epoca nuova, positiva che succede a un determinato periodo storico non particolarmente favorevole alle relazioni umane e culturali apporta ventate nuove che accendono gli animi di entusiasmo

E’ quanto apprezziamo nel passaggio dal Medioevo all'Umanesimo. Lo studio delle Lettere e della Filosofia, l'analisi dei grandi storici greci come Tucidide ripristinano la necessità di riporre l'uomo al di là del Fato oscuro che veicolerebbe le azioni umane e di collocarlo al centro delle proprie responsabilita’. I castelli corazzati a mo’ di fortezza cedono il passo ai palazzi che abbelliscono le città ritornate a popolarsi. Gli orli merlettati degli edifici più importanti e rappresentativi ricalcano il modello dei castelli medievali, proteggendo o favorendo attacchi dall’alto, senza essere visti.
La luce filtra ed e’ metafora di saggezza acquisita con lo studio attento e consapevole dei grandi maestri del passato e ogni cosa e’ rintracciata e ricollocata dall’uomo nella giusta prospettiva.

Chiaramente i processi del passaggio dal Medioevo all’Umanesimo e da qui al Rinascimento sono lenti e iniziano ancor prima del 1492 considerato l’anno zero del Rinascimento (vedi a proposito La citta’ del primo Rinascimento di Donatella Calabi). La studiosa nel testo fa riferimento al susseguirsi non solo di processi storici ma e soprattutto a quelli ideologico creativi che pongono l’uomo alla base di nuove esigenze e si riflettono in svariati ambiti, non ultimo in quello della Natura. Il Rinascimento e’ un’eta’ armonica che pero’ nasconde non pochi contraddizioni e contrasti determinati proprio dal risveglio delle attivita’ economiche e del commercio. La polarizzazione dell’uomo considerato al centro dell’Universo determina l’applicazione delle teorie vitruviane nella concezione urbanistica che si riflette nella pianta a raggiera. Si spopolano le rocche a scopo difensivo dall’attacco dei nemici esterni e si riempiono le pianure utili agli scambi commerciali, inaugurando così nuove rotte che non sono solo tratturi battuti da pellegrini. La gente viaggia, instaura legami redditizi, vede ed imita, concentrandosi per lo piu’ nei grandi centri dove potersi affidare alla protezione dei nuovi signori, mercanti e ricchi banchieri spesso in lotta tra di loro. Il nemico e’ all’interno, non piu’ il barbaro esterno che comporto’ la caduta del Sacro Romano Impero e la Chiesa, a seconda di dove bussi la moneta, tende a privilegiare e a favorire chi nutre e protegge i suoi secolari interessi.
L’uomo e’ tutto, padrone e coscienza, schiavo dei propri doveri di costume, nonche’ del proprio potere sommerso tra le tante cianfrusaglie in “cantina”. Ma e’ proprio dalle cantine che risale il suo volto oscuro a portare scompiglio e inducendo a riconsiderare l’ombra come partner difficile da ammansire. Nel Seicento i lati prima ignorati e inscindibili dell’uomo oggi rapportati all’inconscio porteranno a cruenti scontri, riconferendo dignita’ alle ragioni dello spirito e altresi’, spalancando le porte all’Inquisizione, all’ignoranza e alla morte.