Pochi uomini sono riusciti a piegare la volonta’ di Dio, a fletterla secondo le personali esigenze, perche’ Dio sa ascoltare cio’ che parte dal cuore, fino a riconoscersi in esso
Preghiera e Piegare (preko e plego) hanno difatti la stessa origine etimologica che si esprime attraverso l’inchino o genuflessione fatti al cospetto di Dio o di un’autorita’ sacra che lo rappresenta. Il termine piegare e’ di molto successivo e riconduce all’azione di intrecciare che e’ espressa dalla preghiera capace fi andare oltre il dialogo, la richiesta e il ringraziamento.
Il timore di Dio viene realizzato e cosi’ ad essere superato attraverso la preghiera del cuore che c’innalza al livello di Sapienza o ci riconferma in questo sacro ambito. Il timore verso Dio non nega o contraddice la Sua venerazione. Si teme cio’che ha valore, non necessariamente il nemico, ma cio’ che racchiude il senso della nostra esistenza e colui a cui portiamo rispetto. Si temono il proprio uomo o donna, acquisiti come parte di noi, la piu’sacra che c’invita alla riverenza e al rispetto. Dio diviene sposa o sposo di chi lo ama, come hanno sottolineato Santa Teresa d’Avila e le altre sante mistiche che si sono innalzate a Dio, al di sopra del livello di coesione con lui comune e umano, divenendo parte integrata del suo Amore. A riguardo, consiglio il libro scritto da Santa Teresa D’Avila, dal titolo Cammino di perfezione in cui spiega l'importanza della preghiera, andando oltre e abbracciando il suo tempo storico, rivelandosi di una modernità struggente.
La Santa scrisse molte opere aprendosi senza remore sulle sue esperienze eccezionali insorte dall'incontro con Dio che l'hanno resa una mistica. Nonostante il contatto con Dio possa renderci disarmati attraverso l'empatia con il dolore del Cristo, Suo figlio, Teresa tramite l’esperienza dell’estasi che le causava svenimenti, ha saputo trarre ed esprimere alti contenuti pregni di un significato che sfora ogni confine epocale. il suo e’ un andare al di la’ che mantiene fede all'abilità comunicazionale con i plausibili lettori, oltre che con le consorelle autentiche testimoni delle sue esperienze.
Il dolore ci fa precipitare in noi stessi, in quella regione infinita dell’essere dove cogliere il legame profondo con tutte le cose. Il Cristo diviene pertanto una figura incarnata e vera, autentica fibra della nostra identità spirituale, fratello e sposo del cuore. E attraverso quest’assorbimento e completamento e’ possibile innalzarsi sull'effetto e sulla giostra delle esperienze terrene e lì, nell'altro universale ritrovarsi un tutt'uno con la Luce, sorgente di ogni cosa.
Chi ama intensamente non puo’che essere con Dio e in Lui, superando così inconsapevolmente la logica dell’ateismo e i confini di ogni filosofia che ci legano agli ambiti piu’ristretti della mente. Il mistico mette in pratica l’azione d’intreccio della preghiera, realizzandosi in opera d’amore indissolubile con Dio.