L'Atemporalità coincide con il ritorno all'Unità.

I Miti sbrogliano i fili di una realtà favolistica e al contempo tangibile in un contesto forgiato dalla guerra che disorienta l'animo e dietro cui l'uomo facilmente si perde.

Nei miti riecheggia il mare con le sue tempeste che scaraventano in rocambolesche vicissitudini eroi e dame. I marosi della vita non sembrano risparmiare nessuno e sottolineano la vulnerabilità del cuore umano che trasborda nel sangue.
Se pensiamo al Mito, inevitabilmente noi Mediterranei ci rapportiamo all'Iliade in cui la guerra tra Troiani e Micenei durata ben 50 anni e narrata per gli ultimi 10 appare scatenata da una donna, Elena di Troia. Il vigore e il livore suscitati negli eroi combattenti sembrano perdersi dietro un sentimento di rivalsa che ottunde la personalità altera e trionfante dell'uomo minato nel suo orgoglio di marito o amante.
Se confrontiamo l'Iliade con i Miti nordeuropei troviamo la donna al contrario restauratrice di un antica esigenza di ordine e di quel clima di pace tanto agognato.

La donna nel suo ruolo velato è causa e soluzione a seconda delle aree geografiche contemplate. Se gli eroi omerici hanno come contrappunto al loro status di guerrieri la facile vulnerabilità al cospetto di figure ammaliatrici, gli eroi che ritroviamo nel repertorio mitologico bretone e arturiano mostrano inflessibiità anche in relazione all'altro sesso. Qui esiste l'eroe completato dalla sua dama.
Il senso di completezza mai arrendevole è giustificazione di pace duratura come ci insegnano il ciclo arturiano e in particolare il mito di origine celtica Tristano e Isotta. Le diverse versioni di tale mito diffuse nelle prime corti medievali attraverso poeti cantori e bardi non celano il carattere magico e per nulla illusorio dell'amore tra i due. Al centro c'e' l'incantesimo compiuto dal filtro, l'ambrosia, che consacra all'eternità i due amanti, infrangendo i rigidi dettami cavallereschi osservati meticolosamente dall'educazione cortese.

Il calice che incatena i due amanti diviene simbolo in un'epoca improntata sulla narrazione graalica che unisce la spiritualità magico pagana a quella cristiana sopraggiunta nei territori britannici e irlandesi attaverso l'opera missionaria dei primi monaci e con la leggenda dello sbarco in Francia di Giuseppe di Arimatea e della Maddalena. Il Graal assurge quindi a simbolo di redenzione e riunificazione del molteplice nel nome di un'unica Verità, quella primordiale che anticipa e travalica l'uso strumentale delle tradizioni religiose e ci parla in più lingue di animus e anima e della Diade che riscopriamo attraverso la riesumazione del mito dell'androgine. Tristano e Isotta sono i pilastri di una nuova umanità capace di risorgere sulle macerie umane e di ristabilire quell'armonia archetipica spesso sbalestrata da corsi e ricorsi storici. L'amore supremo e celato al mondo veicola valori intramontabili che non smontano ma nobilitano l'arte della guerra che riflette da sempre il titanico scontro tra il Bene e il Male e che con l'Apocalisse di Giovanni si conclude, al di la' della fine dei tempi, preparando un futuro metastorico. Nonostante l'uso di simboli e paradigmi estrapolati dal mondo antico.
Leggi la poesia: Brividi