L'accelerazione porta a divorare. Nella societa' consumistica tutto si muove freneticamente, impedendo di pensare.

Il Pensiero affinche' abbia uno spessore e un risvolto concreto nella societa', dev'essere secreto dall'intelligenza che porta a penetrare nelle cose. L'intelligenza, come spiega la parola stessa, consente di infilarsi nelle sfoglie che abbracciano le cose e di carpire la sostanza che a sua volta contiene il seme dell'identita'. Laddove impera la frenesia, l'individuo e' sottoposto a sollecitazioni costanti che producono falsi stimoli e un volume di stress esorbitante. Le pressioni continue esercitate dall'esterno sottraggono tempo al pensiero e alla riflessione, occupando lo spazio che all'interno di ogni individuo sarebbe destinato a dubbi e domande. La societa' capitalistica si nutre di tempo che non e' una variabile culturale bensi' funzionale al consumo umano. Sottrarre tempo significa, esemplificando, ridurre in modo incisivo la liberta' individuale che potrebbe trasformarsi in pensiero e da qui in ribellione.
La schiavitu' a cui assistiamo oggi e' globale. Il tempo a disposizione di ogni soggetto viene neutralizzato e risucchiato da una continua e sfacciata propaganda tesa al consumismo che genera e autorizza prolungamenti di orari di lavoro, che chiaramente sono mal retribuiti o non pagati del tutto. La liberta' oggi a differenza del passato e' un miraggio nel deserto. Il vaggiatore sfinito tende all'oasi che gli si profila dinanzi e, ridotto allo stremo arrancando avanza, fino all'evidenza dell'illusione. Non esistono alternative alla morte, se non il continuo avanzare in quell'unica direzione irrorata di sole che alimenta il vortice di inganni. Anticamente, nella Roma del II e I sec a.C. al negotium, l' impegno a partecipare alla vita pubblica si affiancava l'otium a cui si dedicavano i cittadini che utilizzavano il tempo libero per meditare, approfondire o semplicemente come svago.

Tra i poeti dediti all'otium spicca il nome di Catullo noto per aver dato risalto nei suoi carmina alla passione amorosa. Il tempo speso per i contenuti dell'anima non era per le civilta' passate considerato sprecato, come dimostrano anche i documenti risalenti all'antica Grecia in cui il tempo libero era orientato all'attivita' fisica e alla cura del corpo. Il motto Mens sana in corpore sano sintetizza la ricerca dell'equilibrio fondamentale negli inividui e utile al buon funzionamento della societa, inoltre si riconduce alla necessita' di scandire l'anno in periodi. L'antica civilta' romana si fondava sull'alternanza del periodo del negotium a quello piu' breve senza dubbio dell'otium in corrispondenza delle festivita' religiose, convinta che la liberta' concessa all'individuo consistente nell'astensione dalla vita pubblica per determinati periodi, giovasse all'intera macchina comunitaria. Nel libero godimento dei sensi e nel nutrimento dello spirito i Romani, per quanto considerati rozzi al cospetto dei Greci e portati alla concretezza, traevano l'humus per esprimere la loro identita'.
Oggigiorno l'arte e' morta, perche' richede impegno nel disimpegno. Nella societa' attuale, l'arte fine a se stessa e' considerata uno spreco perche' non incanalabile nell'unica prospettiva formativa di supporto alle politiche mondiali.