La casa come rappresentazione simbolica, rimanda al corpo di una donna. La casa e' il luogo privato costituito di vari ambienti che dall'esterno orientano verso l'interno, quest'ultimo il luogo in assoluto piu' intimo.
Nelle culture antiche vigeva tale configurazione che rimandava anche a una concezione sacra della casa, quasi fosse un piccolo tempio. La persistenza di nicchie e altarini nella civilta' nipponica, cinese ed orientale in genere stringe ulteriormente i termini del rapporto casa - tempio e donna - divinita'. Nelle civilta' mediterranee note per l'impronta patriarcale, la gestione della casa era affidata alla donna che nel gineceo, la parte piu' interna e intima, svolgeva il suo ruolo di padrona e svolgeva le proprie mansioni. Gli uomini vivevano il mondo all'esterno partecipando alle relazioni pubbliche o prendendo parte alle guerre. Il gineceo quindi era il richiamo alla casa, la voce del ritorno. All'interno del gineceo trovano la loro collocazione le domestiche e i bambini, figli dei loro padroni che qui crescevano educati dalle madri e non solo.
Questa conformazione della casa immette in un ambiente vasto e aristocratico. Dobbiamo pero' tener conto che a prescindere dall'ampiezza che sicuramente non soddisfaceva i ceti piu' bassi, tale modello abitativo ubbidisce a uno schema culturale ben preciso che dalla Grecia arcaica approda all'Ellenismo e va oltre. L'educazione e' fondamentale nella famiglia greca, come qualsiasi tipo di formazione e attraverso le varie eta'storiche e culturali in Grecia si rafforza. Il luogo privato finisce col diventare l'ambiente dell'affinamento della cultura fisica e artistica della persona, comparativamente al ginnasio che nella Grecia attica assume variegati significati. Nel ginnasio si e' nudi e la nudita' nel mondo greco e' fondamentale per ricucire l'individuo ai valori comunitari ed estinguere ogni sovrastruttura aggiunta e arbitraria. Corpo, arte e spiritualita' formano una triade imprescindibile sulla quale va sd agire e strutturarsi il singolo. Il concetto di nudita' nelle epoche a seguire diviene quindi rappresentativo ed evocativo della classicita' espressamente greca, in quanto la cultura romana aveva con il nudo un rapporto difficile e mai pubblicamente riconosciuto per eccessiva pudicizia.
Nel mondo greco il corpo era oggetto di analisi e di approfondimento conoscitivo. Era l'approccio alle scienze curative e alla saggezza. Se pensiamo ad Ippocrate e ai diversi filosofi comprendiamo quale valore avesse il corpo nella formazione dell'individuo e della societa'. Da quanto ci viene rilasciato anche dallo storico Senofonte che ci fornisce informazioni oltre che sulla guerra di Atene contro i Persiani anche sugli usi e i costumi dei Greci, non sorprende quindi che il tiaso, luogo reputato alle riunioni celebrative in onore di Dioniso si sia trasformato in luogo atto alla formazione della donna per via omosessuale in un contesto in cui l'ebbrezza dionisiaca completa e non offende la conoscenza in termini speculativi portata avanti dalla cultura' greca. Il tiaso e' il luogo dell'affiamento della donna nei suoi comportamenti e nelle sue attitudini e suggella un legame profondo con le culture mediorientali, in un tempo in cui i rapporti con la Persia per quanto ambigui avevano dato vita a poliedriche espressivita' e a quelle lacerazioni che porteranno poi alla crisi del mondo ellenico con la sconfitta di Atene nella guerra del Peloponneso, ad opera di Sparta. Nell'Uomo Vitruviano di Leonardo, nelle sue composite parti ritroviamo espressi gli ideali di equilibrio e di armonia della civilta' greca che fara' della sua esplorazione conoscitiva e fenomenica il fulcro della sua forza, cosi' come il traguardo del suo tramonto.