Ci vuole tenacia per andare fino in fondo e una volonta' che sia compagna leggera delle nuvole.
Delicatezza e mai sfrontatezza per perseguire un sogno. La donna e' maestra di tutto questo e attraversa senza pensieri la foresta della vita senza sgualcirne i fiori e sfruttando per un disegno preciso cio' che ha il pregio di mostrarsi un'opportunita'. La donna si riconosce in queste rappresentaioni fluide e soprattutto un tempo era presente nell'immaginario a fronte alta e con fogli calcati a penna nel petto. Leggiadria, vigore e pazienza sono il fuoco elementare delle sue movenze, grazia e disperazione macchiano di dolore ma non scompaginano il desiderio scritto. Le donne dell''800 tacevano nella vita, ma da eroine stimolavano e pilotavano le emozioni degli artisti. Erano il sogno mai rivelato di scrittori, poeti e il nudo sognato di pittori avidi di vita e assetati di amore.
L''800 sul suo finire guarda con disprezzo alla strada compiuta e percorre in obliquo sentieri che accennano a diventare vie. S'intravvede sul crinale delle tenebre un sole chiuso che non rischiarera' l'alba del nuovo secolo. I relitti della mediocrita' borghese galleggiano su una corrente dorata che segue solo il verso dei ricchi e non abbraccia il popolo piu' bisognoso di tutti di novita' e dignita'. La provincia francese morbidamente si flette in un tempo mite lontano dai frenetici entusiasmi del mondo, adagiata nella sua spettacolare solitudine, meta di artisti e pittori in cerca di calore tra le dita imbrattate di colori. Non si potrebbe immaginare che li' dove c'e' un ristagno di vita ci siano fermenti che l'occhio attento e vigile ma lontano dal vagabondare cittadinoe' in grado di carpire. Van gogh, Pissarro, Gauguin, sono solo i piu' celebri sognatori di tele che hanno viaggiato e assaporato e vissuto intensamente quei campi raccontati da fiori e da un sole che in estate splende. Loro cosi' lontani dai miraggi di giovani uomini e donne attratte dalla vita che li' non c'era.
Marguerite Gauchet e' tra coloro che sognano l'America e finiscono col dirottare li' nel mondo di casa sogni e progetti. L'amore che irrompe ciecamente nella vita della protagonista del libro Il valzer degli alberi e del cielo di Jean-Michel Guenassia ha il sapore della rivelazione e il presagio di un tragico epilogo che stimola dubbi e apre scenari insoliti sulla morte del grande Van Gogh, immettendo ai grandi temi primo Novecento incentrati sul binomio amore- morte. E mentre l'amore si svolge come un foulard serico che abbraccia e protegge dal freddo degli eventi pubblici pregni di storia riportati dal giornale dell'epoca "La lanterne" introducendoci a una nuova visione del mondo sempre piu' astratta e lontana, l'intimita' calca le pagine della narrazione intervallata da brani di Vincent scritti al fratello Theo e a Gauguin, lasciando l'impronta di un'amicizia con quest'ultimo nebulosa e mai naufragata. Il Van Gogh che emerge non e' di certo quello folle per lungo tempo riportato nei testi di studio, ma un uomo che amava descriversi nel genio della Natura ritratta con una fedelta' di pennello dal suo intimo. Un uomo animato da un forte senso di rispetto verso la vita e il proprio destino che come Marguerite, ma per vie opposte, e' deciso a portare fino in fondo. Un artista di tale spessore e vitalita' non si sarebbe mai suicidato. La risposta lucida alla sua morte a soli 37 anni ce la fornisce Guenassia portandoci a riflettere su come la vita di un uomo possa contrarsi in soli 3 mesi e altresi' deragliare dai binari del proprio destino, come avviene nelle anime forti che non si perdono tra i flutti dei cambiamenti.