L'uro, il bue, l’Europa
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L'uro, il bue, l’Europa

Papasidero, Parco Nazionale del Pollino - Grotta del Romito, gaffito

Cultura Calabra
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Le etimologie non finiscono mai di sorprendere,  iniziando da quelle riconducibili al fiorire della socializzazione umana e all'applicazione dell'esigenza di collettività. Se prendiamo in esame la parola “uroboro” attinente alla cultura del Mito, riscontriamo al suo interno dei fattori sconcertanti. Uroboro e’ una parola composta.

Papasidero, Parco Nazionale del Pollino - Grotta del Romito, gaffito
Papasidero, Parco Nazionale del Pollino - Grotta del Romito, gaffito

 

La prima radice uros dal significato di coda oltre a riflettere l’animale serpente rappresentato immaginificamente dal simbolo, ci comunica altro. La coda nell’uomo a livello archetipico stimola un’idea di scompigliatezza e di liberta’ confusa con uno stile di vita selvaggio. I primi cacciatori alle nostre latitudini cacciavano l’uro, il progenitore degli attuali bovini di allevamento diffusi ad esempio in Lucania e Calabria e che  costituiscono la razza podolica. L’uro, a differenza dei suoi successori, era selvatico e non viveva in branchi. A Papasidero  nel versante cosentino del Parco Nazionale del Pollino nella grotta del Romito possiamo ammirare uno straordinario graffito risalente a 100.000 anni fa con l’uro in primo piano. Il paese di Rotonda sul versante potentino del parco conta al suo interno  numerosi esempi di maschere riproducenti l’uro.

L’uro proveniva dall’Europa Mediorientale e alla stessa radice etimologica si riconduce la parola Europa. Il mito vuole che la bella ragazza fosse rapita da Zeus il quale invaghitosi si presento’ da lei nelle sembianze di un toro bianco bellissimo e docile. La ragazza vedendolo sali’ su di lui e insieme si diressero a Creta. Qui Zeus le rivelo’ il suo reale aspetto e dalla loro unione nacque la dinastia che, con a capo Minosse legato a sua volta all’aninale toro attraverso la leggenda del Minotauro, pose le basi alla cultura greca e all'intero pensiero occidentale.

Il sole trainato dal carro di buoi ci trasferisce a un successivo passaggio su scala evolutiva,  che considera il bue  emblema del principio di fertilità. Ubbidienza e fertilità uniti alla forza ci parlano dell'affidabilità di questo animale fondamentale nella storia evolutiva della cultura umana e quindi identificato con la stessa terra. Nella lettura dello Zodiaco il toro e’ un segno di terra. La sfrenatezza  e la forza che sprigiona sul piano della sessualita’  lo rendano assimilabile all’energia della terra.

La radice Boros tradotto con che si morde la coda rimanda all’idea di voracità che ci trasmette la vivacita’ della geografia spazio temporale della terra  in relazione alle fasce climatiche specie ad alte latitudini. L'emisfero boreale ha le sue radici culturali nell’attività dei primi cacciatori. Connesso a ciò era lo studio degli astri che ha permesso di tracciare la mappatura notturna del cielo unendo le stelle  delle costellazioni dell’Orsa che hanno guidato e orientato  il viaggio dell’uomo. Orso, in inglese bear, cosi’ come la parola boreale hanno la stessa origine etimologica a sua volta  riconducibile non solo per assonanza all’antica rappresentazione mitologica dell’ uroboro.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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