Le stagioni intermedie sono luoghi impalpabili in cui le sfumature prendono voce e reinventano i paesaggi.
In primavera e in autunno apprezziamo tinte tenui e toni che non mortificano la natura e accarezzano l'anima. La primavera profuma di ripresa incalzante che trascina verso i toni accesi della luce. E' esplosione che si gusta col tatto degli occhi e dei profumi che portano gli appassionati della natura a sporgersi dall'uscio dell'intimita' casalinga per assaporare campagne e contorni. Alcune regioni del nostro Bel Paese piu'di altre sono avvantaggiate dalla scansione delle stagioni che a ruota si rispecchiano nei paesaggi. La Calabria, una lingua di terra che si eleva tra i due mari, e' sicuramente tra le privilegiate e da qualche anno a questa parte i giovani, sempre piu'innamorati delle loro origini, stanno avviando iniziative ed eventi che hanno come obiettivo quello di trascinare sull'onda del loro entusiasmo un numero in continua ascesa di persone desiderose di scoprire il volto paesaggistico ancora in ombra della loro terra. Tante sono le associazioni fiorite recentemente con questa nobile finalita'.
Tra queste si distingue senz'altro I briganti di Longobardi. Tale associazione con sede a Longobardi, un pittoresco borgo che scende verso il mare dalle floride colline della costa tirrenica cosentina gia' nel nome si prefigge lo scopo di rivendicare, attraverso l'amore per la propria terra, le qualita' di un territorio a lungo martoriato da vicissitudini storiche e che adesso ha voglia di riscattarsi. La riscoperta del bello che si mostra agli occhi nella sua verginale incontaminazione ha mosso il presidente Giovanni Avolio e i suoi collaboratori Crescimbene Stancato e Antonio Costabile a recuperare gli antichi tratturi che collegano il borgo alla marina, col fine di avvicinare un turismo di qualita' e di dare il chiaro messaggio ai giovani di mantenere stretti i legami con le radici. E cosi' domenica 18, a una settimana dalla festa della primavera del Fai, "I briganti di Longobardi" hanno proposto il percorso di un'antica mulattiera che portava i contadini dal paese alla marina. Il sentiero non del tutto agevole si e' snodato seguendo il corso del torrente Cordaro che scorre allegramente per le abbondanti piogge e si tuffa dalle briglie dando vita a suggestive cascate e conferendo voce a quello che ai nostri occhi e' parso un paesaggio a tutti gli effetti fiabesco. Alle alte creste di aspri colli facevano da contrappunto distese vellutate e lussureggianti di macchia mediterranea, mentre salendo si faceva piu'presente l'odore selvatico di erbe aromatiche che preannunciano i folti boschi. Boccioni e gemme addobbavano gli alberi ancora sonnecchianti mentre qualche ape svolazzava salterina rapendo lo sguardo di noi visitatori.
Il tragitto ci ha portati alla casa natale di Nicola Saggio vissuto a cavallo tra il XVII e il XVIII sec. e riconosciuto santo nel 2014. Piu' avanti, di fianco al palazzo gentilizio della prestigiosa famiglia Pellegrini ci ha accolti la Chiesa Matrice, mentre alle spalle si apriva la visuale dei monti ricoperti di floridi boschi.
Concluso il percorso, nell'area pic nic che inaugura il tratturo, ci ha attesi il momento collettivo del pranzo L'area e' stata allestita interamente con i fondi dell'associazione che si occupa anche di ecologia e di arte del recupero messa in pratica nella realizzazione delle panche e dell'intero sito. Il pranzo e' stato preparato dai Briganti che hanno proposto ricette della tradizione con ingredienti genuini esaltati dall'aroma della legna. Gioia entusiasmo e convivialita' hanno fatto da cornice ricordandoci che amare la propria terra significa soprattutto prendersene cura, sentendosi parte di essa in tutti i suoi molteplici aspetti.