Ci stupiamo del finto, ma la vera bellezza è ciò che non si spiega. Ci annulliamo nelle parole e proprio con le parole cadiamo nel tempo e non cogliamo l'ineffabile.

La ragione si dimentica di noi e noi con la ragione dimentichiamo noi stessi. E' un inganno mortale e ci attende ogni giorno. Lo straniamento da ciò che siamo conduce a nuove forme di Ordine non spontanee, bensì indotte perché innaturali. E' Natura ciò che alberga le origini, travalica il costruito concetto di Tempo. E' Natura l'indomita mano che precede ogni umano passo. E' Natura il Nulla, il Caos che anticipa ogni sentire e il concetto di personalità .
Siamo Ordine ma dimentichiamo la Madre e in questa sfuggenza si articola il nostro non vivere e la distruzione di ogni autentica beatitudine. Al sentire corrisponde il dissentire e un orgoglioso dissenso reiterato che conduce alla dissolvenza. Tutto ha origine dal Caos e nel Caos. Anche questo è Ordine ed è il fondamento della genesi dell'Ordine. Il Caos è compresenza, trasmutazione. I colori del tramonto sono intraducibili, schiera di lingue di luce che si mescolano e si fondono in una strabiliante unità. L'integrazione spontanea che non fa paura a nessuno riserva l'inganno della concettualizzazione che l'uomo comune realizza per toccare Dio.
Occorre l'Ordine per spiegare e dimostrare la nostra utilità. Anche la scrittura, ogni forma d'arte si esprime attraverso l'Ordine. E' un principio con cui arrivare a lambire altri umani cuori. Il tentativo indecifrabile di avvertire il profumo di una compresenza. La necessità di partecipare alla compagine della Creazione.