Il cambiamento arriva quando siamo pronti ad accoglierlo.
Spesso ha la parvenza di una proposta che ci pone dinanzi al dissidio se accettarlo o meno. Il cambiamento può essere brusco e coglierci impreparati, oppure graduale come una brezza di tenue luce che sorge all'orizzonte e ci aiuta ad orientarci. Comunque sia, ogni cambiamento comporta delle rinunce e rinunciare a una parte di noi predispone di per sé a una fase di nuova crescita. Ben altra cosa è quando ci lasciamo impressionare dal cambiamento e preferiamo restare fermi, rinunciando alla personale evoluzione.
In tal caso, il cambiamento avverrà comunque, ma sarà passivo. S'insinuera sotto pelle, andrà a gonfiare i muri dell'inconscio che dirottera la barca della nostra esistenza, spingendola alla deriva. E allora saremo persi in un circolo vizioso che nutre l'insoddisfazione e foraggia la depressione. Eppure, a ben vedere, nessun cambiamento giunge di soppiatto. L'essere sensibili non si limita all'effluvio di compassione e comprensione provocate dai sentimenti altrui, ma si traduce nel concreto nella disponibilità a lasciare aperta la finestra delle proprie percezioni, affinché ci consentano di cogliere i segnali di preludio al cambiamento.
Oggi si sente tanto parlare di cambiamento. Stiamo andando incontro a una rivoluzione globale sul piano della civiltà e della cultura antropiche. Già si avverte un mutamento di sensibilità che anticipa una nuova mentalità che porterà l'uomo a perdere la nozione del proprio antropocentrismo e a conquistare una nuova prospettiva di misurazione e osservazione del reale. Ciò comporterà il conseguimento di una nuova maturità che non lo lascerà fermo e indifferente rispetto all'anima mundi e di tutto il cosmo. Ogni cosa non sarà più concepita a se stante, incluso l'uomo, ma legata al tutto da una trama di rapporti che renderà presente ogni particella della realtà in più dimensioni. Sarà il ritorno all'antica civiltà sapienziale, con adeguate modifiche, a scalzare l'umanità esistente, in cui l'uomo è il burattinaio e il regista di ogni manipolazione e intervento in ciascun settore.
La gente è spaventata dal cambiamento. Solo i saggi sanno domare i venti contrari e navigare nella corrente, ma coloro che propagandano il concetto di cambiamento sono squallidi lucratori che intingono le dita nella cultura attuale e remano contro, per far si che nulla di fatto cambi.