È l'unica epoca questa in cui l'immagine descrive inequivocabilmente la parabola del suo fulgore e del suo declino.
Se in passato era titolata a imprimere nell'osservatore contenuti dell'anima utilizzando un linguaggio non verbale, ma sicuramente più efficace e sensoriale, che aveva come strumento lo sguardo, oggi l'immagine è disgiunta da qualsiasi contenuto interiore che sublimi l'osservatore.
Assistiamo a un immagine muta e cieca, cieca perché non offre aperture verso l'interno, quindi non illuminante. Eppure trascinante in una scialba vacuità. L'immagine è disgiunta. Parla, descrive, è serva della società, denuncia, ma non ha nulla in comune con l'anima. L'oggetto è separato dal soggetto, e conferma il forte divario culturale e oggigiorno incolmabile tra Occidente e Oriente.
In Oriente l'immagine esprime la sacralità della vita, la omaggia. Qui in Occidente è tensione, se non denuncia verso una perfezione effimera. Anni di Sinistra e il Berlusconismo a seguire non hanno prodotto altro che questa ulteriore divaricazione tra il dentro e il fuori con il conseguente annichilimento dell'anima. Penalizzato è risultato ovviamente il Simbolo che oggi stenta a sopravvivere nella sua sostanzialità.
Il Simbolo, come immagine suprema collante tra l'uomo e Dio, è stato denudato e confinato a determinate aree di studio. Se l'uomo è lontano dal suo Sè, lo è anche da Dio, e la Chiesa odierna non contribuisce molto a colmare questo iato. I luoghi di culto infatti, vanno sempre più somigliando a sale congressuali, uniformandosi alle esigenze del mondo. Una statua sacra senza un corredo simbolico che la supporti colpisce solo a livello epidermico e non è in grado di operare alcuna trasformazione interiore a vantaggio di un accrescimento della spiritualità.
Il Simbolo di per sé esprime potenza, perché tramite esso l'uomo ascende a Dio. È anello di congiunzione tra il basso e l'Alto, e se ascoltato e percepito interiormente opera l'estasi. L'estasi è la via, il sentiero che ci porta oltre noi stessi, è il canale nuziale tra il proprio sé e l'Essere supremo che respira in ogni essere vivente. Il Simbolo è un dono, ma anche riscoperta della nostra realtà archetipica.
Se pensiamo che in India esistono templi in cui troneggiano Simboli erotici con l'intento di trasmettere attraverso l'estasi erotica l'incontro col proprio sé, comprendiamo quanto il nostro mondo sia lontano da tutto questo e viaggi alla deriva di ogni sostanza. L'erotismo occidentale è fine a se stesso ormai, avulso da ogni prospettiva trascendentale. Dioniso tace e Bacco anche. Resta la corteccia di un'epoca trapassata che ha smarrito ogni voce e trasmette solo sensualità effimera.
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