Il buono per l'anima è il bene. Una carezza sul cuore. Se fai del bene, l'anima sorride. Ciò che è buono fa bene al cuore. Ma non sempre ciò è vero. Questa regola di associare il bene al buono spesso per i nostri sensi più edonistici non risulta valida.

Prendiamo ad esempio un piatto non particolarmente succulento. Può risultare insignificante al palato, ma essere un toccasana per l'organismo. Ciò che è buono e ci appaga sul momento, non sempre risulta essere salutare per l'anima e lo spirito.
Legare il buono al bene è un errore su cui insiste spesso il Vangelo. Soprattutto le discipline orientali e di consolidamento interiore si mostrano rigorose su questo punto. Il Medioevo ne ha fatto una vera e propria campagna punitiva rivolta ai trasgressori dell'anima spesso portati a rimedi assurdi come l'autoflagellazione. L'esponenziazione di certi sistemi coercitivi di penalizzazione del corpo per espiare l'anima e riportarla sulla giusta via sono figli dell'ignoranza e del bisogno di affermazione di forme di potere nella dimensione materialistica dell'esistenza.
La cultura addomesticata da un potere fortemente centripeto ha portato a conseguenze estreme e ha spaccato le religioni. Gli estremismi non sono mai salutari e sull'espiazione corporale degli sbagli perpetrati da scelte scorrette hanno insistito didattiche sbagliate portando per eccesso la società a sbandamenti e a picchi di analfabetismo strutturali.
Il rifiuto non è mai un risultato edificante. Il rifiuto è alla base di particolari atteggiamenti di isolamento e dimostra il fallimento delle civiltà moderne che tanto avevano fatto della libertà il vessillo di gloria in opposizione alle civiltà trascorse. Il rifiuto indotto è il limite delle Democrazie e il punto su cui confrontarsi nella civiltà odierna, affinché si scardini dal suo interno e si vada oltre.