Un figlio è nella madre e una madre è nel figlio. Non c'è legge in Natura più bella di questa che esprime perfettamente l'idea di specularità che per esteso traduciamo in empatia. L'empatia in Natura non sarebbe forse la capacità intrinseca a tutte le cose non di confrontarsi l'una con l'altra ma di cogliersi l'una attraverso l'altra?

Gli opposti riportano all'integrità che è ritrovarsi nel loro culmine in Dio. È nel loro culmine, ossia nella manifestazione più vera e feroce che le realtà opposte si ritrovano in una integrità che sorge dal loro interno.
I legami sorgono dall'interno delle cose e la loro diversità è relegata al mondo dell'apparenza. "Apparire, latino: apparere" è l'avversativo di "par paris: essere uguale". Per chi si ferma all'apparenza, tutto è uniformabile e uniforme. In chi scende in profondità, prendono vita le differenze che sono altro rispetto alle divergenze. E su questo si fonda la contrapposizione tra mondo classico e mondo moderno.
"Apparenza" è il contrario di apparizione in cui, attraverso l'aspetto, si mostra la divinità nei suoi tratti distintivi.
Nell'apparizione l'immagine esteriore è finalizzata alla trasmissione di contenuti alti e profondi. Quindi sacri. Al contrario, l'apparenza è l'immagine fine a se stessa che non riporta contenuti. È trascendentale e slegata da tutto, secondo il pensiero sartriano che riconduce l'immagine all'idea di libertà.
L'Illuminismo, nonostante la forte esaltazione della ragione, ha posto l'accento sulla necessità di riflettere su determinati contenuti veicolati da particolari parole chiave. È grazie all'Illuminismo precursore del Romanticismo se in quest'ultimo le esigenze dell'anima riescono a trovare il loro canale di esposizione che le rende comunicabili e fruibili. L'Illuminismo pone le basi alla pedagogia moderna e altresì chiarifica determinati concetti. Pone le basi a un nuovo metodo d'indagine che porterà successivamente artisti e pensatori a vedere con estrema nitidezza nei propri sentimenti e a tradurre visioni che accedono all'anima più profonda. Il Romanticismo italiano è figlio del Classicismo e della rilettura della classicità operata dall'Illuminismo che si riversa nell'Ottocento italiano dando vita ad accenti molteplici di rilevante profondità.
Prendiamo i due esempi maggiori. Manzoni per la prosa e Leopardi per la poesia. Manzoni nel suo "I promessi sposi" tratta con lucidità e un certo rigore morale il tema del bene e del male. Gli opposti rappresentati da più figure assurgono nella loro più completa esternazione morale dell'Innominato e in Lucia. Gli opposti, il primo per spietata tenebrosità e la seconda per riflessione e bontà mai sciocca fiducia, giungono a un punto d'incontro. Per Manzoni è il Male più convinto ed esponenzialmente più truce che può convertirsi nel suo opposto, il vero Bene, dimostrando referenziale attenzione per chi prende posizione e lotta convintamente contro se stesso. Ciò esprime la nuova visione della realtà proiettata verso la borghesia in progressiva affermazione secondo una logica di equilibri tra antico e moderno che in Leopardi purtroppo presenta profonde lacerazioni alle quali segue la visione del pessimismo cosmico. Purtroppo la visione progressista culturale di Manzoni va a confliggere con la dimensione storica di un'Italia frastagliata sul piano delle diverse velocità socioeconomiche. Il mondo vecchio tarda a morire nelle sue vesti egemoniche, mentre facilmente si sfilaccerà sul fronte dei principi, portando il Paese dopo l'Unificazione a situazioni controverse, con più tentativi di risanamento tramite un moralismo distante da ogni principio e pensiero ideologico degni di essere considerato.