La purezza è magnetica, attira. A volte è devastante per chi la intende ma non le assomiglia. Eppure c'è ed è il motore vivente della Natura. La incorporiamo nella nascita e poi la perdiamo, perdendoci nella vita. È fragile la purezza e profonda come il cielo che ci sovrasta.
Nella sua fragilità è insita la sua forza, perché autentica e l'autenticità non è solo di chi la possiede, ma anche di chiunque non si limiti a guardarla e l'assapori. Se vogliamo, la purezza è in ogni gesto d'amore che la curi e non la bersagli di contenuti che non le appartengono. Nella sottocultura dell'informazione, la purezza è una realtà da scardinare proprio perché integra e non corruttibile, così come da scardinare è ogni forma di primordialità. La purezza nasce col desiderio dell'uomo di raccontarsi, di donarsi per ritornare alla sua integrità perduta nel Tutto. La ritroviamo nelle figure insolite e altresì dolci delle fiabe e dei racconti antichi. È il vascello che ci sorregge nelle tempeste e la cui immagine tanto colpiva i pittori romantici, da riproporla nelle loro opere. È la nave che va nella furibonda tempesta, incamera acqua e continua ad andare perché sorregge l'umanità vera. È il vascello fantasma che compare e dispare nel turbinio dei marosi. È richiamo al cielo che perdura in chi non si lascia irretire dalle manipolazioni e va, seguendo il vento, ascoltando il suo antico richiamo.
Siamo cielo e la purezza lo ricorda. Siamo il vento delle immagini più arcane che ritornano a volte per rapirci una manciata di attimi, altre volte perché dentro di noi si sentono a casa. Il respiro è la volta del nostro cristallo interiore nella cui grotta trovò il senso della sua opera il mago Merlino. Il cristallo è trasparenza e comunica e rilascia al mondo le sue energie. È se stesso ma si lascia vedere, volendo trovare nel silenzio che gli è proprio in contrapposizione al fragore balestrante del mondo.
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