In questo tempo fuori dal tempo tutto è possibile come ad esempio sentire una carezza di quella mano che aspetti sul viso, oppure entrare in quella casa dove non sei più da tempo.

Che succede? Stiamo davvero abbandonando il conosciuto, la terra che ci ha visti nascere e maturare per millenni e generazioni? Per dove ci stiamo inoltrando? Sarà forse come dicono questo sovraccarico di elettromagnetismo a sfasare le nostre percezioni spaziotemporali? O forse, siamo tutti in cammino verso il centro della galassia dove verremo risucchiati dal grande buco nero che c'immetterà in un altro mondo? E di questo che ne sarà? Forse il mondo che ci sorprenderà è la vera realtà, mentre questa non è che un grande sogno collettivo in cui ognuno non è che un'immagine distorta del Dio che impareremo a conoscere nel mondo verso cui andiamo. La famosa terra promessa oltre il deserto che in questi giorni stiamo attraversando con l'aridità di una vita funestata da tempeste di noia e di morte. Anche il deserto ha il suo diluvio di onde che si levano sommergendo tutto con dune di sabbia in spostamento. Anche il deserto è sale incrostato come le valli e le superfici del mare che lo contengono e lo espandono.
Al di fuori dei recinti in cui viviamo ingabbiati da sempre e in questo momento storico preciso, prenderemo coscienza e riusciremo ad assaporare ciò per cui esistiamo e che non riusciamo a vedere perché anche vedere significa cogliere ciò che si può entro i margini. Le ampiezze delle montagne e degli infiniti di cielo e oceano non sono che metafore attraverso cui ci arriva il riverbero di ciò che ci aspetta, perché l'infinito, quello vero, si trova sempre più in là di poco e di tanto rispetto al luogo in cui siamo.