A quanti, a giustificazione del regime da Covid impostoci portano come esempio le restrizioni in tempo di guerra, rispondo dicendo che in tempo di guerra i bambini s'incontravano, si abbracciavano, giocavano... si andava a scuola da alunni e da insegnanti.
Cinema e teatri funzionavano perfettamente, si usciva per passeggiare e incontrarsi con gli altri. La dimensione collettiva e relazionale era salvaguardata e mai compromessa. La solidarietà era all'ordine del giorno e spontaneamente osservata, per nulla soggetta a rigidi protocolli burocratici che la riservassero a operatori prescelti dalle istituzioni.
L'amicizia, il calore umano, l'empatia mai come nei tempi difficili sono stati il ponte di salvezza per l'uomo e di slancio verso l'avvenire. Nessuno in tempo di guerra si è mai salvato da solo, ma sempre facendo fronte comune con gli altri alle avversità del momento.
Anche durante le epidemie l'uomo ha messo in moto la sua macchina di resistenza vivendo la sua vita anche in senso ampio, mettendola a disposizione degli altri.
Quanto sta accadendo oggi è fuori da ogni esperienza prima mai vissuta e conosciuta e già da tempo abbiamo superato la soglia del consentito e del normale per entrare nel campo della follia in cui oggi siamo.