Il neutro è associato all'indefinibile che non ha chiarezza. Spesso è visto come attributo degli angeli che non hanno sesso.
In realtà, il neutro è il colore dei nostri giorni che mancano di sostanza e pertanto appaiono vacui e pesanti allo stesso tempo. Il colore neutro è opprimente come una casa incentrata su questa stessa tonalità, la tonalità del neutro che tanto va di moda oggi anche nel settore dell'abbigliamento e delle calzature. Prendiamo ad esempio le scarpe. Quelle comuni si adattano a tutte le esigenze ma ora come ora e proprio a tale scopo, mancano di buon gusto. Il neutro è il colore dell'adattabilità funzionale e pertanto è in contrasto con l'anima che dovrebbe avere un colore, una definizione opposta all'ambiguità del neutro.
"Come sopra così sotto" è già una definizione e ogni definizione implica una direzione e un cammino. Ognuno ha la sua stella e non riconoscerla è la strada per l'Inferno.
Nella tradizione popolare che ha perso la via della sacralità, Dioniso viene spesso associato al diavolo, perché dio della perdizione. In realtà la perdizione non ha nulla in comune con l'ebbrezza di cui Dioniso si fa promotore e testimone. L'ebbrezza è comunione col cielo rimanendo nell'ambito delle scelte secondo natura. Altro infatti, è da ritenersi lo stato di alterazione procurato dalle sostanze stupefacenti tanto in voga oggi. La condizione di alterazione della coscienza rincorsa dai giovani e non solo, è figlia del neutro in cui versa un'anima appesantita e solida, incapace di prendere la via in salita. Dioniso richiama nelle rappresentazioni gli angeli e il suo essere neutro è in realtà associabile alla fluidità della sostanza che ci spinge verso il Cielo attraverso la profondità insita nel cuore delle cose. Se pensiamo che il cuore di ogni cosa è fluido e nel vuoto danzano gli atomi, che il centro della terra è fluido come il cuore dei corpi celesti e che ogni forma di vita è figlia della danza tra opposti, allora ci poniamo in un'altra prospettiva di percezione e comprensione della realtà, che non è indagatoria, ma di empatico sentire e quindi, di comunanza.
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