L'impronta di grandezza di una poesia si riscontra nei versi di conclusione.

L'inizio e la fine e poi, nel mezzo lo sviluppo che unisce le due parti. Il nucleo centrale è l'evoluzione dell'idea del poeta che col cuore riflette sul mondo. Esso avviene in forma di tessitura dorata ma non troppo al punto da involarsi tra piume di parole. La poesia dev'essere scalpitante e al tempo stesso deve fluire armoniosa sul letto di parole mai buttate a casaccio. È come una partitura d'orchestra o il copione delle grandi opere recitate dai maestri del teatro che a giusta ragione, calcano sull'incipit e poi procedono rotolando con la leggerezza di un acrobata che conserva per il finale il suo numero geniale.
La Poesia è il monte dei saggi e mi sovviene Zarathustra di Nietzsche. E' l'addio dei folli che si accomiatano dal mondo.
La Poesia ha vita propria ed è un Mistero. È prodotto e altresì motivo di riflessione anche per il Poeta che si confronta con se stesso e si rilegge come fosse davanti a un terapeuta. La poesia è manto levigato che ricade sulle spalle nelle ruvide sere d'inverno. È Natura che passeggia tra i pensieri sottobraccio al Tempo che s'incrina e risolleva al ritmo canzonato delle stagioni.
Salviamo la Poesia e salveremo noi stessi dalla solitudine nera, ballando come sui tasti di un pianoforte enunciato dalle note del cuore che si fa volo e deserto, oppure asimmetrico sfondo a un sole che muore e risorge sfiorando l'accenno di un sorriso.